#109 Cosa è davvero sostenibile
Treno delle 17.48, Venezia S. Lucia - Milano Centrale. Torno a casa da due giorni di full immersion nella moda sostenibile. O meglio, nel dove-siamo-arrivati-mentre-cerchiamo-di-andare-verso-una-moda-più-sostenibile. Uno degli interventi che mi hanno colpita di più del Venice Sustainable Fashion Forum 2022, che era in sé un evento piuttosto “tecnico”, un punto con i protagonisti dell’industria italiana e non solo, è stato quello di Orsola De Castro, co-founder di Fashion Revolution e autrice del libro I vestiti che ami vivono a lungo (nella mia selezione di libri che parlano di moda). “I ragazzi sono scottati da una filiera che non prende in considerazione la sostenibilità. Ognuno di loro si aspetta di essere invece un veicolo del cambiamento”.
Non lo so se De Castro abbia ragione oppure no, me lo auguro. Ma quello che so, perché lo dicono i dati, è che il second hand sta letteralmente esplodendo, mentre i vestiti realizzati in modi più sostenibili sembrano ancora davvero lontani dalle persone. E siccome misuro tutto in newsletter sono andata a vedere l’archivio: abbiamo toccato l’argomento per la prima volta esattamente due anni fa, qui. E rileggerla mi fa sorridere, perché quelle previsioni sembravano davvero assurde. “Il second hand sarà due volte le dimensioni del fast fashion entro il 2029”, diceva la ricerca che avevo condiviso. Ora, solamente due anni dopo, è molto più facile crederci. Questa settimana Zara si è aggiunto alla lunga lista di brand che hanno introdotto (in qualche modo) il second-hand nel proprio business. C’è chi si affilia a una piattaforma di rivendita (Balenciaga con Reflaunt, Luisaviaroma con Vestiaire Collective, Jimmy Choo con The RealReal…), perché ormai è chiaro a tutti che l’attenzione e il portafogli dei consumatori stanno andando lì.
Ne abbiamo parlato solo due settimane fa, i prezzi del lusso stanno lievitando. E le persone non hanno così tanti soldi da spendere. O meglio, quelli che li hanno ne hanno veramente tanti ma sono pochi, pochissimi. I numeri di Humana Vintage, organizzazione umanitaria che è riuscita a portare persino in Italia i thrift stores che dieci anni avremmo schifato, sono impressionanti: 19 milioni di abiti venduti nel 2021, di cui 21000 tonnellate solo in Italia (qui la lista dei negozi, ma hanno anche l’e-commerce). E il punto è che il mercato del second-hand è VARIO: ci sono i marketplace di lusso in cui trovare Birkin rarissime e quelli da dieci euro e via, i negozi fisici, i mercati, gli scambi privati (tutta l’ondata dei swap party), i punti vendita delle organizzazioni come quelli di Humana, i servizi dei brand, appunto, e così via.
La cultura del vestire. Alla fine, pensavo continuamente in questi due giorni, l’aspetto che mi sembra più urgente è l’approccio. La moda sostenibile non è una soluzione oggi, forse, ma nemmeno il second hand può esserlo finché si pensa “posso comprare tanto perché è usato”. E il rischio, con un’esplosione del genere, è proprio questo. Ci stiamo rifugiando in Vinted & Co. perché ci permettono di continuare a dare sfogo al nostro impulso di infinita ricerca del “nuovo” oppure stiamo provando veramente a “consumare” i nostri vestiti, portarli a fine vita evitando così lo spreco?
COSE CARINE A CUI STO LAVORANDO
Solito roundup di cose belle da Vogue.it: l’intervista al commissario europeo per la sostenibilità, noi che vi convinciamo che le Boston non sono delle vere e proprie ciabatte, lo stile di Franca Sozzani in 23 look, la storia dei monogram della moda. Infine, il primo di una lunga (spero) serie di approfondimenti sui servizi fotografici più belli della storia di Vogue, si parte con Makeover Madness
Chi sa cos’è Convivio? Chi sa che è stato pensato 30 anni fa da Gianni Versace, Valentino Garavani, Gianfranco Ferré e Giorgio Armani a favore di ANLAIDS Lombardia? E che consiste in una mostra-mercato gigante, piena di pezzi incredibili di tutti i brand che riuscite a immaginare al 50% del prezzo? Ecco, oggi è tornato, ancora organizzato da Vogue (Franca Sozzani ne aveva preso le redini, poi Emanuele Farneti e ora Francesca Ragazzi) e sarà veramente gigante. Io non ci sono mai stata e sono davvero curiosa. Per tre mesi un team volontario e incredibile ci ha lavorato senza sosta. Dunque, dal 4 al 7 novembre alla Fabbrica del Vapore. Il 3 pomeriggio c’è un’anteprima per chi dona 20 euro ad ANLAIDS Lombardia (ho sentito voci di pezzi leggendari che volano via nei primi minuti, ci si prenota qui). C’è anche un playground organizzato da Kikolle con i loro laboratori e so che per le altre mamme questa è una info fondamentale. Si cercano anche ancora volontari e se siete studenti o volete comunque fare un’esperienza a fin di bene e con tutta la moda, ci si candida qui. Io vado sabato, se ci siete salutiamoci!!
PEZZI BELLI DELLA SETTIMANA
Cos’è diventato il naked dress nel 2022 (NYT)
A proposito dell’argomento della scorsa settimana, guida completa alla nuova terminologia intorno al lavoro (BoF) A proposito, qui i risultati del sondaggio, il 50% di noi lavora di più rispetto a prima della pandemia e il 75% sarebbe disposto a cambiare lavoro proprio a causa del ritmo. AMEN
MODA DA GUARDARE, LEGGERE E ASCOLTARE
La domanda che mi faccio tutti i giorni (Instagram)
Quando mi chiedete chi seguo per lo stile, Jessica Willis
Chi sono io per non linkarvi una foto di Harry nel video di Music for a sushi restaurant (sì, è un mega calamaro)
Questa cosa dell’hyperfemininity, spiegata 👇🏻
SHOPPING LIST
Come ben sapete sono ossessionata dal concetto di capsule wardrobe (ma non quelle liste di basici tristi che vedo su TikTok, eh). Aspesi ha lanciato i suoi Fundamentals e niente, Lawrence Stelle sempre giga love
A proposito di liste, il best of della maglieria sostenibile by Silvia Stella (parte 1 e parte 2)
SCUOLA E LAVORO
Gli essay del FIT sono sempre perfetti per gli studenti che fanno ricerca. Qui uno dei più recenti, sulla decade 2010-2019 (FIT)
Versace cerca un ecommerce copywriting intern, Valentino un corporate & internal communication coordinator, Kering Eyewear un junior communication manager
👋🏻 Sono Federica Salto, ho 32 anni e faccio la giornalista. La moda, il sabato mattina è nata il 2 maggio 2020 e ogni settimana propone tutto quello che vi serve sapere della moda (e anche qualcosa di più). Se non lo hai già fatto e vuoi sostenere il mio lavoro 🌹