Ricevi questa newsletter perché sei iscritto a La moda, il sabato mattina di Federica Salto. Questo pezzo è stato scritto da Giorgia Feroldi, 25 anni. Il suono della moda I tempi in cui nascondevamo quell’icona viola dai nostri iPhone sono ormai lontani. Oggi le piattaforme di contenuti e musica in streaming come
Grazie Federica e Giorgia, da amante della moda e della musica trovo questo tema interessantissimo.
Per quanto la musica abbia sempre avuto un ruolo di un certo rilievo nella moda, è sempre stata relegata a sottofondo di sfilate o presentazioni, fungendo da amplificatore degli abiti e del messaggio di quella collezione specifica, come scrive Giorgia. Solo recentemente viene impiegata come strumento per delineare e comunicare l’identità del brand e trovo che si tratti di una strategia intelligente: quando ben eseguita, il cliente diventa fruitore di contenuti immediati che lo trasportano nel mondo del brand, in grado di aprirsi e rivelare le suggestioni, le ispirazioni che lo popolano. È uno stimolo, un confronto: mi pare che si apra un dialogo tra il brand e il pubblico, che renda quest’ultimo soggetto attivo e non solo passivo.
Spero vedremo molti altri modi di integrazione del suono (e altro) nella moda perché ritengo che il potenziale espressivo del brand ne esca amplificato e noi, che ne fruiamo, ne usciamo arricchiti.
Grazie Federica e Giorgia, da amante della moda e della musica trovo questo tema interessantissimo.
Per quanto la musica abbia sempre avuto un ruolo di un certo rilievo nella moda, è sempre stata relegata a sottofondo di sfilate o presentazioni, fungendo da amplificatore degli abiti e del messaggio di quella collezione specifica, come scrive Giorgia. Solo recentemente viene impiegata come strumento per delineare e comunicare l’identità del brand e trovo che si tratti di una strategia intelligente: quando ben eseguita, il cliente diventa fruitore di contenuti immediati che lo trasportano nel mondo del brand, in grado di aprirsi e rivelare le suggestioni, le ispirazioni che lo popolano. È uno stimolo, un confronto: mi pare che si apra un dialogo tra il brand e il pubblico, che renda quest’ultimo soggetto attivo e non solo passivo.
Spero vedremo molti altri modi di integrazione del suono (e altro) nella moda perché ritengo che il potenziale espressivo del brand ne esca amplificato e noi, che ne fruiamo, ne usciamo arricchiti.