Per una caotica che ambisce all’ordine come me, sempre pronta a compilare liste e ad andare in cerca del nuovo, nessun mese è come settembre. C’è un momento, solitamente intorno al 20 di agosto, in cui il mio cervello fa un click ed è ora di comprare un’agenda (anche se temo di essere ormai passata definitivamente al lato oscuro del google calendar), ripensare l’organizzazione quotidiana (viaggi di lavoro! progetti sportivi di Json! piscina! a cui quest’anno si aggiungono asilo nido! feste di compleanno! gruppi whatsapp tra genitori! #sendhelp) ma, soprattutto, volgere la propria attenzione alla nuova stagione della moda. September Issue vari + Vogue Collections + cartelle su Pinterest e su Runway e su Instagram alla mano: nessuno è più pronto di me a pensare al guardaroba autunnale. È in autunno che tutti i miei capi e accessori preferiti vivono il loro momento migliore, dal trench agli stivali, dalle camicie agli orecchini. Perché sei coperto ma non intabarrato, puoi stratificare ma solo per il gusto di farlo, lasciando in vista quello che ti serve (il collo? le caviglie?). Voi direte: e dunque, qual è questa rivoluzione? Alla fine non sarà niente di più di una manciata di acquisti, perché sono arrivata a punto in cui so davvero cosa mi piace e cosa no, nel mio armadio ci sono poche cose ma tutte che mi piacciono allo stesso modo - per molto tempo ho praticato e pratico ancora lo stesso esercizio, posizionare in modo più visibile i capi di cui non sono così sicura e darmi un mese o due. Passato quel tempo, se non li ho mai indossati passano direttamente su Vinted o regalati alle amiche. Possiamo chiamarlo uniform dressing o come volete voi, c’entra senz’altro un tentativo di inquinare meno ma anche il fatto di aver acquistato, soprattutto negli ultimi due o tre anni, cose di qualità e non particolarmente vicine alle tendenze che, tra l’altro, vanno ogni giorno più veloce per cui diventa davvero difficile appassionarsi a uno stile a un oggetto.
Dunque, partiamo dalla grande ossessione che ho covato negli ultimi mesi e che si è risvegliata appena ho avuto un po’ la testa libera, a due giorni di inizio dalle ferie: la Baguette di Fendi. L’ultima designer bag che avevo comprato è stata la Jackie di Gucci: una versione in tela monogram comprata su Vinted a 200 euro, qualche settimana prima della messa in vendita della release. Per qualche tempo, poi, ho coltivato il desiderio verso la Puzzle di Loewe, in particolare la versione in collaborazione con Studio Ghibli, ma è davvero introvabile in second hand e non compro borse a 2900 euro (no offense per chi invece lo fa, anzi, contentissima che facciano girare l’economia). Poi ho pensato che quest’anno la Baguette, una delle mie borse preferite da sempre, che mi piace particolarmente per la sua natura versatile, per il fatto che ne sono state create infinite versioni sempre mettendo al centro creatività, fantasia e manifattura e anche, naturalmente, per questa scena di Sex & the City, compie 25 anni. Tra due giorni il brand sfilerà a New York e, si dice, ci sarà lo zampino di Marc Jacobs, amico del direttore creativo Kim Jones e di Silvia Venturini Fendi, ma soprattutto artista dalle infinite vite professionali (ve lo raccontavo qui e scommetterei che la sua rocambolesca carriera potrebbe regalarci presto un nuovo, incredibile, capitolo). Dunque, stringo per non tediarvi, ho passato parecchi pomeriggio a setacciare il web alla ricerca della MIA Baguette. Come avrebbe dovuto essere? Non volevo che fosse troppo simile a quella di And Just Like That, riedizione (a 3500 euro) del modello dell’autunno inverno 1999-2000 pazzesca, con le macropaillettes viola (uno dei miei colori preferiti), troppo modaiola (e poi avevamo davvero bisogno di quel reboot così artificiale? Ecco).
Però non la volevo neppure monogram (anche se amo il monogram di Fendi), mi sentivo già a posto con la Jackie in quel mood. E neppure di denim, anche se super iconica e ce ne sono tantissime in giro a prezzi modici, sento che la mia passione per Y2K si è esaurita prima di cominciare. Dunque, il cerchio si era finalmente ristretto: la volevo ricamata / con applicazioni (perché è proprio la caratteristica della Baguette come oggetto), preziosa ma non troppo esibizionista (perché altrimenti non me la sarei mai messa, troppo lontana dal mio stile), in un colore scuro perché gira che ti rigira metto sempre verde militare, viola scuro, nero, lampone, nocciola, blu denim. E così, scorri che ti scorri tra un pisolino e l’altro, ta-daaa, un po’ di contrattazione ed eccola qua la capolista della nuova stagione.
Ora, lungi da me dirvi cosa comprare perché questo è più che un diario di bordo che un manuale di guida però una cosa ve la dico: fidatevi di una editor :)
Bene! Sono andata più lunga del previsto, vi lascio una piccola lista di cose che mi stanno piacendo e ci risentiamo tra un mesetto per gli update di shopping (e sabato per tutto il resto).
Prosegue anche la mia fissa per i mollettoni. Detto questo, Sophie Buhai ti si vuole bene ma 285 euro l’uno mi pare un po’ sconsiderato. Carine invece queste, dalla Germania, mentre le mie ricerche mi dicono essere queste il prossimo big trend
Il 5 agosto se ne è andato Issey ❤️🩹 io cerco sempre i perfetti Pleats Please, perché in giro c’è solo la versione cropped?
Sarà un’altra stagione di midi dress per me e, se volete, anche per voi. La fonte migliore è senza dubbio questa
👋🏻 Sono Federica Salto, ho 32 anni e faccio la giornalista. La moda, il sabato mattina è nata il 2 maggio 2020 e ogni settimana propone tutto quello che vi serve sapere della moda (e anche qualcosa di più).
Bellissima baguette ottima scelta!
Brava, brava, brava proprio quello che ci voleva in questa giornata grigia.
I ❤️ Baguette di Fendi