#84 Tornare in edicola
La tentazione di scrivere di giornali e di editoria qui, in questa newsletter, è sempre forte, un po’ perché l’argomento mi coinvolge in prima persona, un po’ perché gli ultimi mesi sono stati di grandi cambiamenti. In realtà, a scavare nell’archivio, non l’ho fatto così spesso: c’è il buon vecchio elenco (prima o poi lo aggiorno, giuro) e poi la puntata dello scorso luglio che parte da un pezzo del New York Times sui cambiamenti nella prima fila (il posto riservato ai direttori alla sfilate) e li contestualizza nel mercato italiano. Questa, però, è una settimana più rilevante di altre sul tema e quindi eccoci qui.
Due redesign e due nomine nel giro di qualche giorno. Vi pare poco? Non lo è, perché parliamo di un panorama veramente piccolo, quello dei giornali di moda in Italia. Dunque, martedì è uscito il nuovo Rivista Studio, ridisegnato e con una nuova guida dopo la partenza del fondatore e direttore Federico Sarica, oggi head of content di GQ Italia. Alla guida: Cristiano de Majo, direttore esecutivo, Silvia Schirinzi, fashion director, e Tommaso Garner, direttore creativo. Ci sono anche io (e sono anche una lettrice affezionata di Studio), dunque il mio giudizio non può che essere di parte ma, fidatevi, è una gran lettura. Oggi, invece, arriva il nuovo d la Repubblica, con la d minuscola, e con Emanuele Farneti, ex direttore di Vogue Italia, alla guida, un team internazionale e l’aspirazione a “farla diventare la rivista di moda e di bellezza più autorevole in Italia e la più importante testata di moda italiana all’estero”, ha detto lo stesso Farneti in un’intervista a WWD. Infine, le nomine e, conseguentemente, altri due giornali che si rinnoveranno: Manuela Ravasio è direttore di Marie Claire e Barbara di Giglio vicedirettore di Elle. Entrambe sono cresciute in Hearst, in particolare nelle redazioni digitali e ora le aspetta la sfida di far comunicare carta, web e social, traghettando due testate super tradizionali nel panorama contemporaneo.
Riassuntone delle puntate precedenti. Sono stati mesi di molti redesign e di molti restyling, dicevo. A partire da Vogue Italia, guidato dallo scorso settembre da Francesca Ragazzi. Vogue, Vanity Fair e GQ, le tre testate di punta di Condé Nast, oggi stanno sperimentando un metodo di lavoro nuovo che ottimizza i costi con la condivisione di contenuti fra edizioni internazionali (rispettivamente con la supervisione di Edward Enninful, Simone Marchetti e Will Welch) e fa focalizzare le redazioni su contenuti altamente locali (tipo il mio Bloc-notes!). Anche dove i metodi sono rimasti più tradizionali si sono viste comunque diverse nomine: Danda Santini ora dirige anche il mensile RCS Amica, oltre che iO Donna; Maria Elena Viola, ex di Elle, ora è da Donna Moderna, Paola Salvatore da Tu Style e Lavinia Farnese da Cosmopolitan - quest’ultima con una redazione giovanissima e una direzione editoriale fortemente improntata verso la Gen Z.
Quando cambia un direttore, cambiano anche le persone. È importante sapere che, quasi sempre, il ricambio non avviene solo all’apice. All’interno le sedie si muovono (spesso diminuiscono e si muovono): qualcuno sale, qualcuno accetta la buonuscita e passa a consulenze o progetti editoriali satellite. Chi i giornali li fa, stylist e giornalisti, sono sempre più esterni e meno legati alla singola testata. Con il risultato che anche il rapporto tra addetti ai lavori sta cambiando, i freelance coltivano se stessi come dei veri e propri brand e lavorano con i giornali cucendo su misura formati e tagli. È quello che sto vivendo in prima persona, orientando e incanalando idee e approcci in base alla testata per cui lavoro. Ma lo si fa sempre più anche al di fuori della moda, guardate Cecilia Sala, la bravissima reporter che si sta occupando di Ucraina per Il Foglio ma ha anche un podcast con Chora Media e realizza video con Will.
Ma quindi i giornali sono cambiati? A volte mi chiedo se tutto questo gran parlare di cambiamenti nei giornali non sia solo una cosa tra di noi, noi che ci lavoriamo e ne siamo appassionati (magari una volta vi faccio rivedere la mia collezione di magazine, ora spostata altrove per fare posto al nuovo arrivato in casa ♥️). Non posso dire in tutta franchezza di aver visto delle vere rivoluzioni. Ed è chiaro che nonostante le grandi operazioni di tagli del personale della scorsa estate si sta ancora tagliando (troppo!) su chi è rimasto a farli i giornali - ma fin dove si può arrivare? Però posso dire che, molto più spesso di prima, mi è capitato di leggere nuove penne, di cogliere tentativi di raccontare le cose in modo più efficace e di osservare esperimenti di nuovi formati.
L’unica rivoluzione possibile. È quella di adattarsi a un tempo diverso, padroneggiando le dinamiche delle diverse piattaforme tecnologiche tanto quanto quelle della carta, facendo informazione in maniera ponderata ma anche originale, creando immagini che sappiano bucare l’indifferenza dello scroll infinito, gestendo bene pochi soldi. Il tutto alla rincorsa dell’attenzione di un lettore (e di un utente) che è super esigente e distratto da infiniti altri input. Ma che se trova qualcosa per cui valga la pena per fermarsi, poi resta volentieri. Qui, per esempio, abbiamo superato i 1000 abbonati in meno di due settimane e ora non mi resta che preparare questo nuovo step, contentissima di ospitare voci diverse dalla mia.
Fatemici pensare bene e torno con tutte le informazioni, si parte a maggio! Intanto buon sabato e buona edicola - anche digitale, sapete che da queste parti non c’è formato più o meno nobile.
PEZZI BELLI DELLA SETTIMANA
Conosciamo Maximilian Davis, nuovo direttore creativo di Salvatore Ferragamo (Vogue) e Filippo Grazioli, di Missoni (Amica)
Jia Tolentino intervista Candace Bushnell (New Yorker)
Le playlist delle sfilate più belle di sempre (i-D)
Innamorarsi di Alana Haim (e di Licorice Pizza) (Cosmopolitan)
MODA DA GUARDARE, LEGGERE E ASCOLTARE
Un po’ di info sul tema del Met Gala 2022, by Amy Odell (Instagram)
Ralph Lauren rivede il suo American Dream nella nuova campagna pubblicitaria e Robin Givhan ci aiuta a comprendere a fondo questa scelta (The Washington Post)
Dopo Parigi per il nuovo mega store di Dior, altro weekend modaiolo in wishlist: apre oggi la mostra Fashion Masculinities al V&M di Londra (fino al 6 novembre) E le altre mostre di moda della stagione (iO Donna)
Lo stile di Agyness Deyn, bei tempi quelli (Russh)
Un po’ di numeri sulla sovrapproduzione (Will)
SHOPPING LIST
Moda sostenibile, questa settimana abbiamo fatto il pieno: newsletter del mercoledì sul cotone organico e relative idee shopping, diretta con Silvia sui grandi temi di attualità e guida ai brand numero 10
Mi pare che siamo di nuovo molto carichi per il crochet, vi rimando alle creazioni super carine di Bice Filati
Oggi fino alle 19 trovate un pop up store in via Tortona 10 con una piccola selezione di brand sostenibili (Aim, Aramù, Lámpsi e Riihé)
SCUOLA E LAVORO
NSS magazine cerca un social media manager, Trussardi cerca un art director, Jil Sander un junior editorial pr
Un ottimo micro corso sull’influencer marketing, sto studiando anche io (BoF)
Istituto Secoli apre anche a Novara con un corso dedicato alla prototipia e in collaborazione con i grandi brand
BONUS TRACK. Non sarò io la prima (né l’ultima) a dirvi quanto i social stiano avendo un ruolo da protagonista nel racconto della guerra in Ucraina. Vi segnalo la storia di Taylor Lorenz, giovane giornalista-star appena passata dal New York Times al The Washington Post e specializzata in tecnologia, sulla Casa Bianca che brieffa i creator di TikTok a proposito della guerra in Ucraina (The Washington Post).
Eccoci arrivati alla fine, se volete ci vediamo di là (su Instagram) per un po’ di rassegna stampa 🗞 altrimenti arrivederci a sabato prossimo!
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