Anche questo sabato siamo un bel po’ di più e e quindi benvenuti ai nuovi arrivati! Qui ogni settimana troverete una riflessione su un argomento caldo (o semplicemente su quello che mi passa per la testa) e una selezione di link e contenuti che dovrebbero bastarvi e avanzarvi per restare aggiornati sul mondo della moda, almeno fino al sabato mattina successivo 😏 E poi ci sentiamo ogni due mercoledì per spunti di shopping e una volta ogni tanto con Parliamone, la newsletter su argomenti collaterali. Prossimo tema in agenda: questa newsletter, o meglio, la mia esperienza con un progetto editoriale e personale. !
Il punto sul calendario. Ci troviamo quasi alla fine della Paris Men Fashion Week, e cioè la settimana della moda parigina in cui vanno in scena le collezioni maschili, questa volta per l’autunno inverno 2022/2023. Prima ci sono stati Pitti, di cui trovate alcune testimonianze nella newsletter di settimana scorsa, e Milano, che la sempre ottima mia amica Silvia Schirinzi ha riassunto su Rivista Studio. Lunedì toccherà all’Haute Couture, sempre a Parigi e con calendario quasi al completo - mancano solo Armani Privè, l’evento è stato cancellato a causa dell’aumento dei contagi, e Balenciaga di cui non si sa nulla, per ora. Dopodiché pausa veloce di riflessione (con Sanremo in mezzo, so che lo state aspettando) e si parte con le sfilate femminili secondo questo calendario:
11-16 febbraio New York Fashion Week
18-22 febbraio London Fashion Week
22-28 febbraio Milano Fashion Week
28 febbraio - 8 marzo Paris Fashion Week
Sì, ci sono dei giorni che si sovrappongono perché non sia mai che si mettono tutti d’accordo e, sì, come sempre Parigi è molto più lunga delle altre, vedremo se Milano proverà a riconquistarsi quel benedetto lunedì o almeno la domenica, sono molto patriottica su questo tema.
L’ultima di Virgil. Tra gli appuntamenti da seguire c’era certamente la sfilata maschile di Louis Vuitton, quella a cui il direttore creativo Virgil Abloh stava lavorando fino al giorno della sua scomparsa, il 28 novembre scorso. Lo show è stato anche il primo dal vivo per Vuitton Men da parecchio tempo e, beh, era davvero emozionante, anche visto dal divano. Potete recuperarlo qui 👇🏻
Due o tre cose sulla sfilata. Chi conosce l’immaginario di Virgil avrà già notato di come si tratti di una collezione di consolidamento, creata per rafforzare la connessione tra il marchio più importante e redditizio del gruppo LVMH e il suo direttore creativo dal 2018. C’erano tutti i temi che hanno contribuito a dare vita a quell’identità, dalla casa d’infanzia posta al centro di un luogo del lusso, simbolo dell’ascesa di Virgil, fino al surrealismo, ora declinato su borse ondulate ma anche nei movimenti dei modelli-ballerini. E poi le ali, gli aquiloni e i giocattoli. E, naturalmente, lo streetwear e la sua indelebile contaminazione della moda. Lo show per gli addetti ai lavori si è chiuso con il team al completo in passerella e la sera stessa si è tenuto uno spettacolo riservato a familiari e collaboratori.
Cosa c’è dopo Virgil. Le speculazioni sul tema in queste prime settimane sono state poche e misurate, un segno di quanto la scomparsa del designer abbia generato tristezza e malinconia e sulla sua successione aleggi un po’ di riserbo. La scorsa estate Abloh aveva ceduto una parte del suo brand, Off-White, a LVMH e si preparava a lavorare anche su altri marchi del gruppo: la sua creatività, insomma, non era affatto esaurita. Alla vigilia della sfilata, però, il ceo di Louis Vuitton Michael Burke ha affrontato l’argomento in un’intervista da cui possiamo trarre qualche conclusione:
Non c’è nessuna fretta. “Louis Vuitton è abbastanza grande da funzionare senza direttore creativo per un po’, non c’è nessun motivo di fare una scelta dettata dalla pressione”
Vuitton può permettersi chiunque. “Il mondo è il nostro parco giochi. Non ci sono limiti geografici, di genere, di orientamento sessuale, di età”
Il rispetto dei codici della maison resta fondamentale. "Quando vieni da Louis Vuitton, la responsabilità è immensa nei confronti del passato, nei confronti dei valori culturali che esistono qui".
Potrebbe non essere un designer. “Non sarebbe ovvio, ma non è impossibile"
Probabilmente non sarà della vecchia scuola. “Virgil era molto, molto aperto, disponibile e con i piedi per terra. I giorni della gabbia dorata e delle cose che accadono dietro muri sigillati sono finiti”
Toto-nomi. Nella vita professionale di Virgil Abloh a un certo punto era entrato Ib Kamara, lo stylist che sta rivoluzionando lo styling di cui abbiamo parlato due newsletter fa (a proposito, è una delle puntate più lette e apprezzate dall’inizio!). Kamara ha seguito lo styling di Vuitton Men dal 2020 lavorando fianco a fianco con Virgil (qui potete recuperarle tutte) e molti sostengono che sarebbe il suo erede ideale. L’altro nome che rimbalza forte tra le chat whatsapp di tutti gli appassionati dell’argomento è quello di Jonathan Anderson. Il designer britannico è da molti considerato il più grande talento della sua generazione - anche dalla sottoscritta, dettaglio non richiesto ma non posso non dichiarare il mio amore ogni tanto. E oggi ricopre il ruolo di direttore creativo di Loewe, altro brand di proprietà LVMH, apprezzatissimo ma con un fatturato molto più piccolo rispetto a quello di Louis Vuitton. Anderson da sempre produce anche collezioni femminili, sia per il suo brand che per Loewe, e cosi viene da chiedersi se anche la posizione di Nicolas Ghesquière, alla guida della linea femminile di Vuitton dal 2013, sia in bilico. Kamara e Anderson sono forse i più papabili, ma non gli unici nomi possibili: c’è Nago, appena approdato da Kenzo, Chitose Abe, fondatore di Sacai, Grace Wales Bonner, Jerry Lorenzo di Fear of God, Samuel Ross di A-Cold-Wall e Charaf Tajer di Casablanca. Voi cosa ne dite?
PEZZI BELLI DELLA SETTIMANA
Per i più giovani: guida a Jeff Goldblum, che era sulla passerella di Prada lo scorso weekend (Back Row)
Trovare la gioia nella moda sostenibile, si può? (Evening Standard)
Come sta cambiando il mercato dell’alta gioielleria, tra antichi brand riesumati e diamanti coltivati (BoF)
In ricordo di Nino Cerruti (Vogue Italia)
MODA DA GUARDARE, LEGGERE E ASCOLTARE
@thankyouatoosa è un meraviglioso account di archivio dedicato ai teen magazine e curato da Casey Lewis, di cui vi ho già segnalato la super newsletter (After School)
Chiffon Trenches: A Memoir è il libro di André Leon Talley, giornalista di moda larger than life, come si dice. E la sua vita in foto (The Guardian)
Aspettando il debutto di Matthieu Blazy a febbraio, un po’ di storia di Bottega Veneta 👇🏻
SHOPPING LIST
Valentino inaugura la sua linea Valentino Garavani Open for a Change con due paia di sneakers disponibili in diverse colorazioni. La tomaia è realizzata in materiale bio-based in viscosa e poliuretano, i lacci in poliestere riciclato, il packaging è riciclato e la supply chain interamente tracciabile
A proposito di Jonathan Anderson, chi siamo noi per tirarci indietro davanti a questi occhiali?
SCUOLA E LAVORO
Come sempre nel Q&A settimanale mi avete chiesto in tantissimi come ci si candida per fare gli assistenti stylist. Emanuela Cipriani, stylist di Grazia, sta cercando una persona, candidatevi a emacipriani@gmail.com (fatemi fare bella figura!!)
E poi una nuova richiesta di pitch, questa settimana per An Other Magazine
Siamo arrivati in fondo e ho letto da qualche parte che statisticamente se vi è piaciuta questa newsletter dovreste conoscere altre persone a cui potrebbe piacere. Quindi, se vi va, potete inoltragliela con questo comodo bottone 👇🏻
Direi che ci siamo detti tutto, per ora. Buona settimana ⭐️
Io, su Instagram | Le newsletter precedenti
Copyright © 2020 La moda, il sabato mattina | Graphics @ Studio pesca
Te amo!!!