Nonostante la Milano Fashion Week sia tornata effettivamente alla sua versione pre-pandemica - un evento dedicato agli addetti ai lavori con qualche iniziativa aperta anche agli appassionati - io l’ho vissuta comunque in modo diverso dal solito. Non potevo certo girare come una trottola tutto il giorno e quindi ho visto solo una manciata di cose, per il resto sono stata principalmente salda sul divano, fiera di aver ascoltato le mie migliori amiche che minacciavano un parto anticipato per colpa della FOMO modaiola. Questo mi ha permesso di avere per la prima volta uno sguardo più distaccato sull’atmosfera generale e sui singoli eventi. E di ragionare sulle necessità di cui abbiamo parlato durante l’emergenza: un rallentamento dei ritmi per dare un segnale forte contro lo spreco creativo e produttivo, una maggiore attenzione ai giovani talenti, una ricerca di interesse anche da parte dei non addetti ai lavori coltivata durante i lockdown a suon di iniziative social… Insomma, ormai sapete che sono un po’ queste le mie ossessioni. Ora vorrete giustamente sapere a quali conclusioni sono giunta dopo tutta questa osservazione e quindi eccone qualcuna qui: un reportage totalmente random delle mie impressioni di questi giorni.
#67 Back to Milano
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Nonostante la Milano Fashion Week sia tornata effettivamente alla sua versione pre-pandemica - un evento dedicato agli addetti ai lavori con qualche iniziativa aperta anche agli appassionati - io l’ho vissuta comunque in modo diverso dal solito. Non potevo certo girare come una trottola tutto il giorno e quindi ho visto solo una manciata di cose, per il resto sono stata principalmente salda sul divano, fiera di aver ascoltato le mie migliori amiche che minacciavano un parto anticipato per colpa della FOMO modaiola. Questo mi ha permesso di avere per la prima volta uno sguardo più distaccato sull’atmosfera generale e sui singoli eventi. E di ragionare sulle necessità di cui abbiamo parlato durante l’emergenza: un rallentamento dei ritmi per dare un segnale forte contro lo spreco creativo e produttivo, una maggiore attenzione ai giovani talenti, una ricerca di interesse anche da parte dei non addetti ai lavori coltivata durante i lockdown a suon di iniziative social… Insomma, ormai sapete che sono un po’ queste le mie ossessioni. Ora vorrete giustamente sapere a quali conclusioni sono giunta dopo tutta questa osservazione e quindi eccone qualcuna qui: un reportage totalmente random delle mie impressioni di questi giorni.