Da quando lavoro in questo settore non mi sembra ci sia stato brand che più di Dolce&Gabbana abbia creato una frattura nell’opinione di chi segue la moda. Un retroscena personale. Tra le mie prime esperienze professionali c’è stata quella nel loro showroom: stagionalmente mi convocavano, indossavo il mio tubino e vendevo borse e scarpe ai grandi rivenditori italiani e stranieri, che poi le proponevano al consumatore finale nei loro negozi. È rimasta la mia unica avventura all’interno di un brand e ricordo che mi stupiva davvero il fatto che tutto il team, dalle vestiariste fino ai manager, provasse un sincero entusiasmo per il prodotto che stava veicolando. Quando c’era la sfilata, poi, passava direttamente al tifo da stadio e i commenti erano sempre “beh, questa volta si sono davvero superati”. Io avevo già lavorato in redazione, luogo in cui, a dispetto di quello che si potrebbe credere, non ci sono particolari tifi, o almeno non sono così palesati: ognuno ha i suoi gusti, ma in fondo siamo lì per raccontare tutta la moda e non solo quella che piace a noi - si tratti di scegliere un look per un servizio fotografico o scrivere il reportage di un evento. Poi, a novembre 2018, ero su un aereo che mi portava da Milano a Parigi per lavoro, ed è spuntato il
#64 A proposito di Dolce&Gabbana
#64 A proposito di Dolce&Gabbana
#64 A proposito di Dolce&Gabbana
Da quando lavoro in questo settore non mi sembra ci sia stato brand che più di Dolce&Gabbana abbia creato una frattura nell’opinione di chi segue la moda. Un retroscena personale. Tra le mie prime esperienze professionali c’è stata quella nel loro showroom: stagionalmente mi convocavano, indossavo il mio tubino e vendevo borse e scarpe ai grandi rivenditori italiani e stranieri, che poi le proponevano al consumatore finale nei loro negozi. È rimasta la mia unica avventura all’interno di un brand e ricordo che mi stupiva davvero il fatto che tutto il team, dalle vestiariste fino ai manager, provasse un sincero entusiasmo per il prodotto che stava veicolando. Quando c’era la sfilata, poi, passava direttamente al tifo da stadio e i commenti erano sempre “beh, questa volta si sono davvero superati”. Io avevo già lavorato in redazione, luogo in cui, a dispetto di quello che si potrebbe credere, non ci sono particolari tifi, o almeno non sono così palesati: ognuno ha i suoi gusti, ma in fondo siamo lì per raccontare tutta la moda e non solo quella che piace a noi - si tratti di scegliere un look per un servizio fotografico o scrivere il reportage di un evento. Poi, a novembre 2018, ero su un aereo che mi portava da Milano a Parigi per lavoro, ed è spuntato il