In questo anno e mezzo di conversazione aperta, di scambi da me a voi e viceversa, su Instagram e in newsletter, una sola cosa mi è stata davvero chiara dall’inizio. Se l’argomento “moda” risulta oscuro e intricato agli occhi di chi sta fuori (intendo di chi non ha amici o conoscenti che lo frequentano e lo conoscono, è stata anche la mia esperienza), “lavorare nella moda” lo è ancora di più. Per non parlare del “lavorare in un giornale di moda”: tra tutti i miei colleghi coetanei nessuno ha fatto lo stesso percorso formativo di un altro, e nessuno è entrato in un giornale in modo classico, per esempio attraverso la risposta a un annuncio messo su LinkedIn. Per quello che ho visto fino a ora, ci si arriva per occasione, magari partendo da un interesse generale per il settore, e poi si coltiva il proprio percorso, muovendosi in un ambiente che cambia molto anche da team a team, da giornale a giornale, da casa editrice a casa editrice.
Interessante come tutti abbiamo la loro idea sul pitch, a parte le linee generali. Così come è interessante che il tesserino non se lo calcola nessuno :D
Interessante come tutti abbiamo la loro idea sul pitch, a parte le linee generali. Così come è interessante che il tesserino non se lo calcola nessuno :D