#95 Mugler made me do it
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Ma iniziamo dall’argomento di questa puntata e del perché l’ho scelto. Chi c’è da tanto lo sa, è molto raro che io mi soffermi a parlare di un singolo brand e, ancora di più, di un progetto specifico. Ci sono tanti motivi dietro: il primo è che con il passare del tempo ho scoperto che la mia più grande passione è unire i puntini, collegare fatti e punti di vista, provare a tracciare delle linee immaginarie in un sistema articolato come la moda. Il secondo è che ho una posizione critica nei confronti della critica di moda, sia in termini positivi che negativi. Mi spiego meglio, mi piace moltissimo osservare le collezioni, coglierne i dettagli e anche commentarli ma cerco sempre di lasciare al lettore (voi!!) gli strumenti per farsi un’opinione personale, piuttosto che esprimere la mia e basta. Il terzo è che se mi mettessi a scrivere di tutte le collezioni, i progetti, i brand che mi piacciono dovrei fare molte, ma molte più newsletter e invece con il tempo ho scoperto anche che poco è bello (fosse per me scriverei di tutto, davvero 😅), quindi continuo a prendere un sacco di appunti e chissà che un giorno non finiscano da qualche parte. E quindi capite che dietro all’oggetto della newsletter di oggi c’è un grande entusiasmo.
Forse ve ne sarete accorti (era davvero dappertutto). Questa settimana è uscito il video della collezione primavera estate 2022 di Mugler. Apro una parentesi, anzi due, che hanno contribuito a far crescere il mio entusiasmo. La prima è quella che riguarda la scelta (sarà stata consapevole? Forse. Ci saranno stati grandi momento di isteria? Probabile) di uscire con il video della collezione correntemente in store a inizio giugno: fantastico!! Questo è un video che parla di adesso, sia in termini di ispirazione (c’è Megan Thee Stallion, anche lei ovunque, Chloë Sevigny, di cui siamo ossessionati di nuovo da qualche settimana grazie alle foto del suo pazzo matrimonio), sia commerciali (vedo cose che sono attualmente in vendita, un miracolo). La seconda riguarda invece la scelta di sfilare ancora in digitale in un momento di FOMO totale - la design week pareva una fashion week impazzita, giusto per darvi un contesto. “Abbiamo tutti fatto delle deviazioni durante la pandemia. Secondo me, un video può fungere da sfilata di moda per 10 milioni di persone. Se mi accontento solo di una semplice sfilata, chiudo una porta. Nel nostro video, Bella vi guarda dritto negli occhi. È impossibile per me rinunciare a questo”, ha detto il direttore creativo Casey Cadwallader in un’intervista. Non c’è un giusto o sbagliato: per alcuni brand funzionano di più le sfilate dal vivo, per altri no. Addirittura per lo stesso brand un progetto può funzionare più dal vivo e uno più in digitale. Il punto è saper tenere il punto.
E Casey è decisamente in grado di farlo. Il mio è un entusiasmo recente, lo confesso. La guerra dell’attenzione è in atto e, devo ammetterlo, non avevo mai speso molte energie per conoscere il progetto. Mi ha convinto il numero di condivisioni tra le persone che seguo su Instagram, anche perché mi è parso anche di capire che c’è un’italiana nel team design - questo dice molto delle opportunità nascoste e collaterali che esistono per far funzionare un brand. Però è un entusiasmo fortissimo, nonostante non ci sia niente di più lontano dalle cose che mi piacciono e mi attraggono di quel sexy anni ‘80 che è l’esatto DNA di Mugler. E niente, dopo un mega preambolo riguardiamolo insieme questo super video:
Ok, diciamoci la verità. Ma chi lo guarda un video di una collezione moda lungo 9 minuti e 38 secondi? Sarà che TikTok è entrato prepotentemente nei miei ritagli di cazzeggio ma ci ho messo qualche giorno per scegliere davvero di dedicare tutto quel tempo a un solo contenuto. Proprio l’essere arrivata alla fine mi ha convinta a metterlo qui, al centro della newsletter. Ecco perché dico che Casey (sono fan da 5 minuti ma ne parlo già come se fosse un mio amico, ok?!) sa tenere il punto. Perché ha capito il linguaggio - o meglio, ha trovato le persone giuste per portare il linguaggio che funziona nel lavoro che sta facendo per Mugler. È questo il trucco per far funzionare ogni progetto, affiancarsi a persone con competenze diverse e con una visone comune.
Ma non c’è solo il linguaggio. C’è soprattutto il fatto che Casey Cadwallader, nato in New Hampshire e formatosi come architetto, sembra aver compreso come portare i codici di Thierry Mugler, il fondatore e designer del brand scomparso improvvisamente all’inizio di quest’anno, senza far stridere la connessione tra un marchio che ha sempre esaltato la perfezione del corpo femminile con la ricerca di nuovi corpi e nuove perfezioni. Ultima nota e poi vi lascio, avete mai visto il video di Too Funky di George Michael? L’ha girato Thierry, ci sono le supermodelle (tra cui Linda Evangelista) e una passerella un po’ isterica. Mi sa che Casey ha studiato 🎓
E quindi è così, Mugler made me do it 👇🏻 ed è esattamente questo che la moda fa o vuole fare, giusto?
COSE CARINE A CUI STO LAVORANDO
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Ecco il reportage completo della moda al Fuorisalone del mobile by Lorenzo Bises, in caso voleste recuperare qualche itinerario nel weekend!
Please welcome Filippo D’Asaro su Vogue Italia, parliamo del ritorno di America’s Cup nel Mediterraneo - e perché ha a che fare con la moda
La mia riflessione sull’influenza dell’estetica mediterranea sui brand di moda di ieri e oggi è anche online
PEZZI BELLI DELLA SETTIMANA
La pratica buy now, pay later sta letteralmente scoppiando, ma siamo sicuri che sia una buona idea? (BoF)
45 giovani BIPOC spiegano perché hanno scelto di lavorare nella moda (Teen Vogue)
Qualche cosa su quel buco di mercato che è il vintage plus size (Nylon)
La reunion che ci meritiamo, quella degli Antwerp Six (BoF)
MODA DA GUARDARE, LEGGERE E ASCOLTARE
Storia della bandiera Pride (Spotify)
SHOPPING LIST
Il 15 e il 16 giugno in via solferino 37 a Milano c’è Summer Pop Up con marchi piccoli e super carini
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Una collaborazione super cute, Paloma Wool + Riccardo Maria Cacchio
SCUOLA E LAVORO
Lavorare quattro giorni a settimana ci salverà - io dico di sì (Cosmopolitan)
Uno dei pochi youtuber che amo e un tema caldo, gli stage non retribuiti
Spero che vi siate goduti questa newsletter tanto quanto me la sono goduta io, noi ci sentiamo mercoledì con il prossimo Pitch Perfect - l’appuntamento extra in cui ospito nuovi nomi del giornalismo di moda. Buon tutto!
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