#86 Pietro-mania
Fino a poco tempo fa i capisaldi della comunicazione di un brand erano la sfilata e la campagna pubblicitaria. Quest’ultima consisteva in una mastodontica produzione (troupe di decine di persone trasportate in capo al mondo, contratti milionari con le supermodelle e via così) a cui tutti i creativi del settore aspiravano a partecipare, ma pochi ci arrivavano davvero. Le grandi adv, infatti, erano tutte scattate dagli stessi fotografi e dagli stessi stylist, in un sistema chiuso dove a dominare erano gli agenti e se non rientravi tra le loro grazie addio. Quelle fotografie (a volte si girava anche il video) erano poi destinate alle affissioni in giro per le città, alle pagine pubblicitarie dei giornali, alle vetrine e agli interni dei negozi ed erano uguali ovunque.
Ora che la moda è andata in pezzi e cioè che, come abbiamo detto mille volte, ha frammentato la sua produzione e, di conseguenza, anche la sua comunicazione, differenziandola per piattaforma di atterraggio, localizzazione, target, eccetera i progetti di comunicazione sono diversi a stagione, a volte collegati alla collezione main, altre a capsule collection, collaborazioni, progetti social, video ads (le pubblicità che escono prima dei video su YouTube, per esempio). Le prime si chiamano ancora tradizionalmente campagne pubblicitarie, ma la loro importanza si è di molto ridimensionata (se volete recuperare quelle della primavera estate 2022 potete farlo su Vogue), tutte le altre si consumano in un tempo più breve, spesso sono più sperimentali e, guarda caso, più efficaci.
Who is Pietro Terzini? Tra le cose che si sono viste di più su Instagram negli ultimi mesi (e quindi tra le più efficaci, perché niente ha più valore in un ufficio marketing di una condivisione organica, quindi spontanea, di una campagna pubblicitaria) ci sono quelle firmate da Pietro Terzini per diversi brand. Metto qualche immagine qui sotto, alcune sono state realizzate in collaborazione con i brand (quindi, pagate dai brand), altre sono spontanee e create in grafica: partiamo proprio da qui.
Terzini è head of digital di The Blond Salad - il blog da cui è partito il successo di Chiara Ferragni (o qualcuno oltre me se la ricorda quando vendeva le collane su Duepuntozero?) e ora tante altre cose, una piattaforma di contenuti, lo spazio di atterraggio dei tanti progetti dell’influencer e del suo brand di abbigliamento e non solo, una talent agency… Insomma, una roba che bisogna fare funzionare senza un manuale di istruzioni o un corso universitario dedicato e questo fa intuire da dove sia arrivata la capacità di Terzini di individuare ciò che può essere apprezzato dal pubblico di Instagram.
Torniamo a quelle immagini. Anzi, ancora prima, torniamo al primo post sul suo account Instagram, questo qui. Leggendo qualche intervista ho capito che ha cominciato a coltivare il suo percorso creativo durante i giorni del primo lockdown e quindi lo mettiamo subito nella squadra di quelli che non riuscivano a starsene con le mani in mano ed è finito che hanno creato qualcosa di parallelo al proprio lavoro che poi è cresciuto una cifra (🙌🏻). Dopo una serie di riealaborazioni di packaging di brand di moda è passato agli sms (su iMessage) romantici, una serie che prosegue e che riscuote un discreto successo tra i Millennial - almeno io la vedo sistematicamente nelle stories di amiche e amici. Poi, il primo post virale, quello del graffito Hermès, condiviso anche da account/piattaforme di arte e moda. Come molte opere di Terzini, non è un vero graffito ma una fotografia di un’impalcatura Hermès (scattata da lui) a cui ha poi aggiunto un’elaborazione grafica. Qualcuno in giro le ha chiamate operazioni di “hackeraggio” (come ha fatto Alessandro Michele parlando della cosa tra Gucci e Balenciaga).
Io le chiamo “farsi conoscere”. Ed è davvero il metodo più efficace dei nostri giorni per un creativo. Trova un’idea tua, personalizzala al massimo, buttala sui social, abbi un po’ di pazienza, vedi se funziona e, infine, prestala ai brand. È finita, anzi, è solo appena iniziata, con una bella collaborazione con Stella McCartney comprensiva di allestimento della boutique di Milano ed edizione speciale delle Stan Smith, una cover digitale di Marie Claire Italia e, questa settimana, una campagna per Vestiaire Collective che ho trovato incredibilmente riuscita.
PEZZI BELLI DELLA SETTIMANA
Rkomi aveva capito tutto, arriva il bikercore (i-D)
Cosa succede agli abiti dopo le sfilate? (Il Post)
Silvia Gambi spiega la nuovissima Strategia Europea per il tessile sostenibile (SoloModaSostenibile)
Se come me non avevate capito l’aggiornamento del feed di Instagram - io comunque ora sono fissa sulla tab in ordine cronologico (Embedded)
È morto Patrick Demarchelier (Elle)
MODA DA GUARDARE, LEGGERE E ASCOLTARE
Ancora in tema di campagne, Valentino presenta la sua seconda campagna Narratives, fatta solo di parole 🤩
Justine Leconte è davvero un mito e passerei ore a guardare i suoi video. Qui le differenze tra un trench di COS e uno di Burberry 👇🏻
Julie Pelipas ha creato una piattaforma per dare visibilità ai creativi ucraini (Better Community)
Se vi siete persi il commento ai look del red carpet degli Oscar su Jamb potete recuperarlo proprio ora (Instagram + bonus track le stories di Elena Mariani)
@Upnextdesigner ha fatto un q&a su influencer marketing, attività di pr e dintorni (Instagram) E sempre sul tema: perché il sitting delle sfilate è così sfidante? (Maze35)
SHOPPING LIST
Oggi dalle 11 alle 16 la boutique Clan Upstairs di Milano presenta il brand theM insieme a un meraviglioso flower market by Il profumo dei fiori
È veramente questa la prossima it-bag?
Dopo Skims arriva Yitty, il brand shapewear di Lizzo (NYT)
Come sempre nella newsletter di mercoledì abbiamo parlato di shopping - c’è anche Harry Styles (On Wednesdays we wear pink)
SCUOLA E LAVORO
La RAL non è il reddito e altre cose utili by Sabrina Grazini (Instagram)
Il metodo 3/3/3, spiegato nella newsletter di Erica Carriello (Chissenefrega)
Bene, siamo arrivati, io ripeterò l’esperienza del weekend offline - ormai sta diventando un’abitudine e, vi dirò, non è male 🦦 Noi ci risentiamo sabato prossimo, buona settimana!
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