#73 Ossessione Metaverso
Se già un anno fa avevo dovuto chiedere aiuto a Vincenzo per capirci qualcosa di gaming e Twitch, figuratevi quanto mi sono sentita a mio agio quando ho pensato che era il momento di parlare di Metaverso. Comunque non importa, qui non ci tiriamo indietro e dunque oggi proviamo a capire insieme perché mai nella moda non si parla d’altro che di NFT, skins e dintorni. Se come me pensate che Crash Bandicot sia ancora il gioco più gettonato del momento vi agevolo video-spiegone di Fortnite, poi partiamo ⬇️
Perché Fortnite? Perché per ora è la cosa più simile al Metaverso e può essere utile per provare a immaginare come sarà, se sarà. Il Metaverso dovrebbe essere il futuro di internet: se la fase 1.0 è stata quella della trasmissione delle informazioni, la 2.0 della connessione tra persone, questa dovrebbe interconnettere persone, ma anche luoghi e cose. Insomma, una vera e propria realtà alternativa. In Fortnite, per esempio, si gioca ma non solo: ci si veste, si parla, si interagisce, si socializza. Non entreremo nel Metaverso - sempre posto che ci entreremo - da un giorno all’altro. Teoricamente ci stiamo già andando e Fortnite è, appunto, il luogo virtuale più simile all’idea di Metaverso per come se ne è parlato fino a ora. A questo punto si aprono tutta una serie di questioni e di problematiche sulle modalità di interazione al suo interno: potrà esistere un solo Metaverso? Di chi sarà la proprietà? Non mi basterebbe il tempo, quindi ecco lo spiegone de Il Post.
Cosa c’entra la moda. Non è che la Silicon Valley sia mai stata particolarmente legata all’industria della moda. Eppure quando Zuckerberg ha annunciato Meta - che è il nuovo nome della sua società e un vasto investimento sul Metaverso - ha anche provato a coinvolgere un brand (e non un brand qualsiasi) ⬇️
Perché mai all’improvviso il creatore di Facebook si rivolga a un brand del lusso è piuttosto facile da capire: le skins, e cioè gli abiti degli avatar, sono già piuttosto diffuse. Se immaginare di assistere a un concerto in modo virtuale risulta ancora poco accattivante, l’idea invece di vestire la versione online di noi stessi è piuttosto facile da assimilare. Tra l’altro risolve la più grande questione della moda, e cioè il fatto che la stragrande maggioranza delle persone non possa permettersela nella realtà.
Skins risolutrici. I vestiti virtuali non permettono solo di avvicinare al brand un’enorme fetta di pubblico prima irraggiungibile: legittimano anche l’iper produzione che nella realtà è collettivamente intesa come la pratica meno sostenibile di tutte; ridanno spazio alla creatività, perché è probabile che ci sentiremo più a nostro agio a vestire in modo stravagante online piuttosto che nella realtà (senza togliere che i vestiti non dovranno essere comodi); danno spazio alla mania da collezionismo che negli ultimi anni ha investito soprattutto il mondo dello streetwear - qui si apre tutto il tema degli NFT.
Moda e Metaverso fino a ora. Vogue Business ha stilato il suo annuale Index, riportando i brand più impegnati nell’investimento su realtà virtuale, NFT, avatar: Balenciaga, Balmain, Burberry, Gucci e Louis Vuitton. Cosa hanno fatto fino a ora?
Dopo la presentazione della collezione autunno inverno 2021/2022 all’interno di Afterworld, Balenciaga ha avviato una collaborazione stabile con Fortnite. Il CEO Cédric Charbit ha recentemente annunciato la creazione di un team dedicato all’esplorazione delle opportunità nel Metaverso
A inizio dicembre Balmain ha lanciato il suo terzo progetto NFT: due paia di sneakers in vendita anche in versione fisica e la cui versione virtuale era associata a una serie di servizi VIP, tra cui i biglietti per la sfilata
La scorsa estate Burberry ha creato un NFT per il gioco Blancos block party completo di accessori da abbinare, tutti con il monogram del brand
A marzo 2021 le sneakers virtuali di Gucci, in vendita a dieci dollari, hanno scatenato una marea di commenti. Il brand ha lavorato con diversi giochi e per due settimane ha attivato uno spazio virtuale su Roblox dedicato al Gucci Garden
Louis Vuitton ha debuttato con le sue prime skins per il gioco League of Legends nel lontano 2019, mentre nel 2021 ha creato il videogioco per smartphone Louis the game
Attenzione a Roblox. Magari non ne avete mai sentito parlare, ma è un’enorme piattaforma di videogiochi con 100 milioni di utenti attivi prevalentemente under 18. Per riassumere molto, Roblox è un mondo virtuale in cui gli utenti possono creare i propri mondi/giochi. La corsa a Roblox da parte della moda è appena iniziata: solo questo mese oltre a Gucci anche Ralph Lauren e Nike hanno annunciato i loro progetti sulla piattaforma.
Ok, direi che oggi abbiamo messo le basi sul tema. La chiudo con un video in cui la gamer siciliana Roby acquista le skins di Gucci E la netta sensazione che sarà meglio continuare a studiare, se vogliamo capirci qualcosa 👾👾👾
P.S. Proprio in questi giorni è uscito un bel progetto a tema di NSS magazine, curato da Filippo D’Asaro, lo trovate qui.
PEZZI BELLI DELLA SETTIMANA
Alla fine non ho resistito e ho visto And just like that…, il reboot di Sex and the city. Di cose da dire ce ne sono tante ma la domanda finale è solo una, perché? (Rivista Studio)
Chi è Leena Nair, la nuova CEO di Chanel che non viene dalla moda (BoF)
Vi ricordate di quando abbiamo parlato di Kim Jones e della sua ossessione per i libri rari? Ecco, l’ha rifatto con la collezione maschile autunno inverno 2022 che ha sfilato a Londra (AnOther)
Nel 2021 sono tornati i red carpet, olè (New York Times)
MODA DA GUARDARE, LEGGERE E ASCOLTARE
Il dietro le quinte dell’abito ragnatela di Valentino, disegnato da Pierpaolo Piccioli per Zendaya e visto sul red carpet della première di Spider Man ⬇️
Mi avete segnalato un bel po’ di profili belli da seguire (IG)
Era al Met Gala, poi ha sfilato per Gucci e ora è sulla cover di Elle US: prepariamoci a vedere ovunque Quannah Chasinghorse
Io e HauteLeMode ci poniamo le stesse domande su titoli diversi ⬇️
SHOPPING LIST
Idee regalo carine e sostenibili: il kit femminista di Melidé, i vestiti per neonati di Kiabi a sostegno di ReforestAction, i completi pigiama e loungewear di Sleeper, la cover di WOOD’D e Giüro
Ho messo in ordine per benino la vetrina di Amazon, io direi che se volete comprare un libro di moda avete solo l’imbarazzo della scelta
SCUOLA E LAVORO
Jil Sander cerca un assistente pr, La Double J un brand marketing director, Valuelead un giornalista freelance che ne sappia di influencer marketing (mandare la candidatura a gmolocchi@valuelead.com)
Francesca Mannocchi racconta pregi e difetti dell’essere una giornalista freelance (The Slow Journalist)
INFO DI SERVIZIO. Le vacanze si avvicinano ma noi ci risentiamo mercoledì con il nostro appuntamento dedicato allo shopping. La moda, il sabato mattina si ferma sabato 25/12 e sabato 1/1 - saremo tutti giustamente più concentrati sul panettone che sul fashion system- ma per la fine dell’anno ci sarà il terzo episodio di Parliamone. Avete già capito il tema? 🧡
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