#56 Pronti a (ri)partire?
La figura mitologica del quotidianista o del direttore che passa metà della sua vita su e giù da un aereo per raggiungere le mete più esotiche e assistere agli eventi più lussuosi non è affatto una figura mitologica. È sempre esistita nelle redazioni - così come nel mondo dei rivenditori esiste la figura del proprietario o del top buyer, che partecipa agli stessi eventi: l’élite degli addetti ai lavori, insomma. E ha raddoppiato i suoi impegni (circa) dal 2014, quando Karl Lagerfeld ha portato la Cruise 2015 di Chanel a Dubai, dando il via a questa competizione tra i top brand del lusso nell’organizzazione dell’evento (e del viaggio) più spettacolare della stagione. Altro che wedding planner, qui. Gucci ad Arles, Chanel a Cuba, Dior a Marrakech, Louis Vuitton a Niterói. E poi le location: la Westminster Abbey, il Palais Bulle, Versailles, il canyon di Las Virgenes: qui un po’ di immagini. (Per capirci, sono questi gli “sprech”i a cui faceva riferimento Giorgio Armani nelle ormai celebri dichiarazioni di inizio pandemia - lui si è sempre apertamente rifiutato di fare questo tipo di eventi).
Questa figura non-mitologica ha ovviamente sofferto la pandemia: si è trovata costretta a scrivere le proprie review guardando la sfilata da uno schermo e collegandosi per la conferenza stampa con il designer di turno via Zoom. E infatti si è sempre schierata per un ritorno agli eventi dal vivo, al sistema della moda così com’era prima, ché così non si riesce a lavorare. I dati, in parte, le danno ragione. Ok alle sperimentazioni, ma un anno dopo possiamo dire che la stragrande maggioranza dei marchi ha deciso che la sfilata - intesa come momento specifico in cui delle modelle (o una sola, come ha fatto Balenciaga con la sua ultima) percorrono una passerella indossando gli abiti e gli accessori di una specifica collezione per presentarla agli addetti ai lavori e, ora, anche al pubblico di consumatori e appassionati che vogliono seguire lo show in streaming, magari commentarlo e possibilmente ancora comprare qualcosa - sia effettivamente il formato migliore. Le tempistiche sono cambiate per molti, tant’è che settimana prossima Jacquemus sfila con una collezione che sarà disponibile in negozio e online il giorno dopo, e tanti cari saluti a chi ha disprezzato il see-now-buy-now nei primi anni di sperimentazione. Ma la forma non più di tanto.
Dove voglio arrivare: ero molto curiosa di provare a indovinare l’umore intorno alla sfilata Cruise 2022 di Dior (lo spiegone lo trovate qui), primo vero evento dal vivo post-pandemia (non penso affatto che siamo in una fase post-pandemia, ma ci si prova). Che gli invitati fossero entusiasti me lo immaginavo - si può dire quello che si vuole, ma per chi fa questo lavoro l’idea di poter assistere dal vivo a qualcosa di cui poi si scrive è ovviamente affascinante - ma tutti gli altri? Ieri sotto al post che ho pubblicato proprio a proposito della sfilata si è scritto che Maria Grazia Chiuri ha riproposto sempre le stesse linee e che c’era poca novità ed entusiasmo. Si può essere d’accordo oppure no sull’approccio al design della direttrice creativa di Dior, non è questo il punto ora, ma a me era sembrato più che normale che non ci fossero grandi novità, e francamente anche che non ci fosse un grande entusiasmo. Mi è sembrato già tanto così: di nuovo i video rubati alle celebrities ospiti, i commenti dal backstage, dodici ore di bulimia di contenuti relativi a un solo evento nel mio feed di Instagram. Insomma, non mi ha stupito che la sfilata, nonostante la sua spettacolarità, trasmettesse un senso di stanchezza.
Di questa stanchezza ha scritto anche il mio collega Jacopo Bedussi, incorniciando perfettamente la voglia di sdraiarsi un po’ e di pensare alla vita e al sole e a bere diversi mojito.
Tra l’altro, non è solo “la moda” a sentirsi così. Nella puntata di ieri di Morning, Francesco Costa ha ripreso le parole della scrittrice Elena Stancanelli che su Repubblica ha raccontato del suo ritorno alla vita, tradotto in un banale ma faticoso pranzo all’aperto. Poi ci sono gli influencer esauriti di Silvia Schirinzi su Rivista Studio, perché l’aplomb di Chiara Ferragni non è cosa facile, e infatti tutti gli altri si sfogano (giustamente) contro l’algoritmo impazzito, i clienti esigenti, i follower indiscreti, eccetera. Anna Russel sul New Yorker la definisce “Reopening Anxiety” (grazie per la segnalazione, Conosco un Posto).
Ma la moda è per definizione il settore dei soldi che girano, della vita in vacanza, del “sì, sdraiamoci un po’ ma per poco perché poi dobbiamo andare a fare l’aperitivo e scattare un paio di foto per Instagram”. Chi è pronto per ripartire?
Mercoledì scorso avete ricevuto la newsletter speciale Parliamone, su come mandare una proposta di articolo a una rivista, e l’avete letta quasi tutti, lasciandomi così 😳 Grazie, davvero, per le grandi soddisfazioni.
PEZZI BELLI DELLA SETTIMANA
Cathy Horyn spiega perché mai Ferrari ha fatto una collezione prêt-à-porter
Non sapevo che la modella Precious Lee - la più richiesta tra le curvy, insieme a Paloma Elsesser - fosse super intrippata con varie pratiche spirituali. Lo racconta nell’intervista a i-D firmata da Marjon Carlos e corredata da servizio fotografico
Sempre sul nuovo numero di i-D c’è un’intervista a Mary-Kate e Ashley Olsen
È successo che Revolve è tornato a fare uno dei suoi mega party per influencer, questa volta alle Bermuda e con Shaggy che canta sul catamarano. Solo che alle Bermuda si sono un po’ arrabbiati, visto che le restrizioni sono ancora molto rigide per tutti gli altri. Lo racconta Liz Flora su Glossy
Il Post spiega l’imminente cambiamento di immagine di Victoria’s Secret, che passa da Alessandra Ambrosio a Megan Rapinoe. Sempre sul tema, anche Tyra Banks ha qualcosa da dire 🧡
MODA DA SFOGLIARE, VEDERE, ASCOLTARE
Quante gallery di star style avrò visto? Questa però graficamente è una bomba
Qui c’è da perderci le ore: il nuovo Dazed100, collettore di approfondimenti sui nomi più interessanti della Gen Z
Zitti tutti, parla Rick Owens
Gucci ha pubblicato il suo primo Impact Report ed è anche molto bello da vedere, se volete saperlo
Scoperto un altro podcast di storia della moda, Dressed: The History of Fashion (ma ancora deve arrivare quello che mi ruba il cuore)
SCUOLA E LAVORO
Francesco Oggiano su Will spiega bene la polemica ricorrente dei giovani schizzinosi e, toh, non è proprio così
Giorgio Armani cerca un pr specialist, Paris Texas un social media manager, Freeda un social & community manager, Milaura un e-commerce manager
Un po’ di date di open day: 24 giugno Istituto Moda Burgo (Milano), dal 28 giugno al 2 luglio IED (tutti i corsi di formazione continua), dal 5 all’8 luglio IUAD (Milano e Napoli), dal 5 al 9 luglio IED (tutti i master), 6 luglio NABA (Milano), dal 12 al 16 luglio IED (corsi triennali), 14 luglio Accademia Costume e Moda (Milano e Roma). Dai che è tempo di pensarci e ricordatevi che qui c’è la mega mappa dei corsi dell’anno scorso, prossimamente capisco che novità ci sono
MODA DA GUARDARE
Probabilmente a causa della grossa risonanza dell’intervista nel podcast Muschio Selvaggio di Fedez e Luis Sal (sì quella in cui racconta dei Blue al posto dei Blur), oggi YouTube mi sblocca un ricordo: la Ice Bucket Challenge di Donatella Versace.
E niente, riguardiamo anche gli altri della moda. Tom Ford:
Kate Moss:
Victoria Beckham:
Anna Wintour:
Cara Delevingne:
Sempre per la serie moda e simpatia c’è ovviamente la puntata di Spill Your Guts or Fill Your Guts con Anna Wintour:
Anche oggi abbiamo dato, buon sabato e buona settimana 💫