“Forse raggiungeremo una tale velocità per cui arriveremo a schiantarci, mi sembra l’unico modo per rallentare”. È il frammento di una conversazione che ho avuto questa settimana e che assomiglia a molte altre conversazioni che ho avuto negli ultimi mesi, soprattutto con chi lavora nella moda. Tralasciando il fatto che stiamo cominciando ad augurarci che succeda qualcosa di brutto (tanto che guardiamo con malinconia ai lockdown…) pur di ristabilire un ritmo accettabile nelle nostre vite, il punto è che quella accelerazione, volenti o nolenti, pare stia arrivando.
La Metaverse Fashion Week si è svolta questa settimana, ma è sembrata poco rilevante. Assurdo se si pensa a quanto aveva fatto parlare di sé solo un anno fa (ne avevo scritto anche qui in newsletter), nonostante i suoi limiti tecnologici. Ma è solo l’esempio più lampante di quanto la nostra attenzione sia già da tutt’altra parte. Addio Metaverso, dunque. Per la cronaca, anche Mark Zuckerberg non ci crede più molto, con tutte le conseguenze del caso. E welcome intelligenza artificiale 🤯
La conversazione su ChatGPT si sta animando e se volete capirne di più consiglio lo spiegone di Pietro Minto su Il Post (proprio ieri è arrivata la notizia del suo blocco in Italia). I feed intanto si intasano di immagini create con Midjourney e per questo è fondamentale che ci alleniamo a porci domande davanti a quello che vediamo, senza dare tutto per vero a prescindere.
Ok, ma cosa c’entra con la moda? C’entra un bel po’, e per gli stessi motivi per cui c’entra(va) con il Metaverso. Motivi che potremmo riunire sotto il cappello della natura intrinseca della moda che racconta il futuro, che sperimenta, che è sempre a caccia del nuovo. Ma che oggi hanno molto più a che fare con la corsa all’oro, l’allocazione dei buget, la ricerca spasmodica del prossimo business. Nella realtà un motivo non annulla l’altro, ma possiamo dire che il primo non esisterebbe senza il secondo: la moda non sarebbe così sperimentatrice se chi ne sposta le pedine non fosse continuamente alla ricerca di nuovi possibili consumatori.
Moncler non c’entra niente con l’immagine del Papa in piumino bianco che ha fatto il giro del mondo questa settimana, ma quanto ritorno avrà il brand di questa visibilità? Parecchio, a grandi linee. Levi’s ha annunciato che utilizzerà l’intelligenza artificiale per aumentare la diversità dei propri modelli - che tra le altre cose costa molto meno di cercare e assumere modelli veri di diverse taglie e razze, come ha fatto notare The Cut.
Stiamo andando davvero veloci, prepariamoci allo schianto. E sì, pretendiamo troppo dalla moda.
PEZZI BELLI DELLA SETTIMANA
Che belli i pezzi in cui si parla di soldi (e di Birkin) (Vice)
Mi fa sempre ridere mettermi in questa categoria ma sono troppo contenta di aver intervistato Marco De Vincenzo quindi beccatevela (Vogue)
Sarà che le Filippine mi sono particolarmente care ma questa cover è forse una delle mie preferite di sempre? La storia di Apo Maria “Whang-Od” Oggay (Vogue)
MODA DA GUARDARE, LEGGERE E ASCOLTARE
A grande richiesta ho rifatto la guida che avevo perso delle ragazze mid e plus size da seguire per look carini (IG)
L’ho già segnalata ma se passate da Parigi non potete non vedere la mostra 1997 FASHION BIG BANG, piccola ma piena di cose (Palais Galliera)
Nonostante ancora non mi sia ripresa da quel personaggio orrendo che era Dan Humprey (e non abbia amato nemmeno You, mollata alla seconda stagione), devo dire che ultimamente Penn Badgley è parecchio simpa (su TikTok) e l’ho trovato favoloso in questo video prodotto da GQ con Valentino 👇🏻
SHOPPING LIST
Weekend di shopping scoppiettante a Milano: da Plinio43 oggi e domani c’è lo spring market con Mimi La La Mer, Leontine, Lanapo (e altri), mentre solo oggi c’è soul saturday con Golevy, Adesso, Gala Rotelli (e altri) e solo domani c’è merca-tiamo con vintage e pre-loved
Ho scoperto solo recentemente il merch di Nick Cave (Cave Things)
SCUOLA E LAVORO
Se per caso siete a NY, The Cut cerca uno shopping writer
Ogni tanto serve un remind degli strumenti a vostra disposizione: elenco corsi post diploma, elenco corsi specialistici e master, libri sul giornalismo di moda (e non solo), libri sulla moda, documentari sulla moda
Mi chiamo Federica Salto, ho 33 anni e sono una giornalista. Dal 2020 ogni sabato mattina provo a collegare i puntini della moda con questa newsletter. Se non lo fai già e vuoi sostenerla (accedendo a più contenuti) passa alla versione premium.
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Sono entusiasta della partnership tra Levis’s e LaLaLand.ai per includere modelli diversi (seppur generati dall’AI), che facilitino persone come me (PoC per intenderci, anche se odio le etichette), ad avere un’idea migliore di come un capo di abbigliamento si abbini alla propria fisionomia. Trovo sia una strategia interessante anche per abbassare l’impronta ecologica dei brand e lo spreco che avviene attorno alla produzione di materiale fotografico prettamente da catalogo (sample che non possono essere venduti, emissioni causate dall’uso degli studi fotografici, consumi energetici causati dall’uso di cloud per immagazzinare ampie quantità di materiale fotografico e potrei andare avanti per ore). Per non parlare di come tutto questo possa aiutare brand con budget limitato ad ampliare la diversità nei loro di cataloghi. Trovo problematici i commenti che riducono la questione a “se vuoi essere inclusivo, paga modelli umani e stop”, come quello che si evince dall’articolo su The Cut e moltissime critiche sparse per il web. Sono giudizi fondati solamente sull’ego di pochi, invece di vedere il vantaggio di questa tecnologia a livello sistemico.