#85 Metaverse Fashion Week, in che senso?
Una premessa molto sincera: non sentivo il bisogno di una nuova fashion week subito dopo aver chiuso le “solite” fashion week, che saranno anche solite ma complesse da osservare e raccontare, più che altro per come sono (dis)organizzate. Un’altra premessa ancora più sincera: abbiamo parlato di Metaverso solo qualche mese fa (e di gaming un anno fa, se volete ripassare) e avrei aspettato volentieri un altro po’ prima di tornarci sopra. Dunque questa Metaverse Fashion Week, online su Decentraland (ma che nome è!? 😵💫) dal 24 al 27marzo, arriva così e ce la prendiamo come un parente che dobbiamo frequentare per forza, sforzandoci anche di essere gentili. Non fraintendetemi, resto una geek della moda e tutto ciò che è innovazione tecnologica mi interessa. Solo mi sembra che in questa cosa delle sfilate virtuali ci si sta buttando perché si deve e non perché ne valga la pena, almeno per ora. Ma proviamo a capirci di più e poi mi direte voi se sono io che sto diventando più anziana e ottusa o cosa.
Problemi tecnici. Ecco, partiamo dal presupposto che da quando ho aperto il sito di Decentraland a quando ho visto e capito qualcosa è passato un bel po’. C’entra la potenza del mio computer e la connessione probabilmente, ma leggendo in giro mi è parso di capire che il mio MacBook 12 non possa essere incolpato in pieno, pur non essendo proprio il più massiccio in fatto di RAM, scelto subito prima l’inizio della pandemia per la sua portabilità e leggerezza visto che ero sempre in viaggio (🙄). Il sito consiglia di accedere da Chrome o Firefox, io ci sono riuscita solo da Safari, insomma, tocca fare delle prove. No, su mobile non va, o meglio, non è costruito per essere fruito da mobile (🥶). Sono entrata come guest perché no, non ho un portafogli di criptovalute. Se siete arrivati fino a qui, bene, il peggio è passato! Ora fatevi il vostro avatar e, soprattutto, non chiudete quella benedetta tab, altrimenti si ricomincia da capo.
Decentra-che? Cito da Vincos.it, “Decentraland è una piattaforma decentralizzata basata su blockchain Ethereum, che dà vita ad un mondo digitale che gli iscritti possono abitare e nel quale possono creare esperienze e contenuti. Una sorta di Second Life su blockchain, quindi con caratteristiche peculiari. A fine dicembre 2021 gli utenti registrati erano più di 800.000 e quelli attivi mensili erano poco meno di 500.000. (…) A questo punto si viene proiettati nella piazza principale, chiamata Genesis Plaza. Tutt’intorno dei grandi pilastri mostrano le attività che si possono fare. Al centro una piscina con un vortice mi risucchia nel bar, dove trovo un polipo bartender giocoliere con cui fare due chiacchiere. Dopo un po’ mi stanco e premendo il tasto X (explore), scelgo un’altra destinazione. I luoghi più frequentati sono i casinò, dove si può giocare dopo aver acquistato l’abbigliamento adatto e le fiches. C’è addirittura un intero distretto, “Vegas Plaza”, dedicato al gambling”. Il curatore della Metaverse Fashion Week è tale David Cash, geek super geek che ha raccontato il suo lavoro in un panel con Nick Knight trasmesso (ovviamente) su Decentraland in questi giorni.
Che si fa alla Metaverse Fashion Week. Ora che abbiamo capito di cosa si tratta e come entrarci (più o meno) passiamo alla moda. Non sono pochi i nomi che hanno investito nell’iniziativa: Etro, Tommy Hilfiger, Dolce & Gabbana, Hogan, Selfridges, Roberto Cavalli, Philipp Plein, Guo Pei, Imitation of Christ… Alcuni hanno “sfilato” presentando dei look che erano la versione digitale di quelli delle collezioni correnti, quindi primavera estate 2022. Altri hanno tenuto dei party con tanto di dj set, poi gallerie artistiche, pop up store e così via - ovviamente uno dei punti cruciali per tutti è la possibililità acquistare abiti in NFT, quindi digitali, però si riparte dal via: devi avere un portafogli di criptovalute e un account registrato, altrimenti giri con una t-shirt bianca e al massimo un paio di occhiali da sole. Se volete approfondire lato eventi vi consiglio il diario di WWD e il riassunto delle iniziative di Dazed.
Pensieri sparsi. Quello su cui hanno puntato i brand nella loro comunicazione relativa all’evento è la democraticizzazione della moda. Un po’ come hanno fatto avrebbero dovuto fare i social network, il Metaverso promette di rendere la moda accessibile a tutti, sia perché qui le sfilate sono visibili gratuitamente sia perché gli abiti digitali costano ovviamente molto meno - tipo le scarpe virtuali di Gucci dell’anno scorso, in vendita a dieci dollari, vi ricordate? La moda qui dovrebbe anche essere la scusa per socializzare, ma la verità è che io non sono riuscita ad attaccare bottone con nessun utente, forse sbagliavo qualcosa. Infine, forse il tema più interessante, quello della self expression. Perché attraverso il proprio avatar si è invitati ad assumere l’identità favorita, mutabile ed eclettica. Questa dovrebbe essere un po’ una rivoluzione: essere chi si vuole, quando si vuole, come si vuole. Sempre e solo se hai le cripto e questo mi pare un passaggio fondamentale, altrimenti l’impressione rimane questa 👇🏻
MOMENTO AUTOPROMOZIONE - settimana ricca di contenuti che vi spammerò qui di seguito. È uscita una puntata del Gucci Podcast in cui chiacchiero con Benedetta Barzini, per me è stata un’esperienza super formativa e una delle interviste più stimolanti che abbia fatto (Spotify). Ho scritto chi sono Maximilian Davis e Filippo Grazioli, nuovi direttori creativi di Ferragamo e Missoni, e perché sono stati scelti (Rivista Studio). Podcast più personale, con Anna Acquistapace abbiamo parlato di newsletter e di giornalismo (Spotify). Dulcis in fundo, Jamb is back e siamo carichissimi per il commento ai look degli Oscar - ci vediamo lunedì alle 18.30!
PEZZI BELLI DELLA SETTIMANA
I comportamenti di Kanye West sono un problema, eppure i brand se ne fregano (Glossy)
È un problema se la Tabi passano da oggetto di culto della nicchia a prodotto onnipresente su TikTok? (i-D)
Uomini vestiti per la guerra (Rivista Studio)
Tutte le volte che la regina Elisabetta è stata su Vogue (Vogue UK)
MODA DA GUARDARE, LEGGERE E ASCOLTARE
Sapete che ho una grande passione per le case degli addetti ai lavori e, come era prevedibile, quella di Kim Jones, nel Sussex, è pazzesca (Vogue)
La storia di Alexander McQueen 👇🏻
Il 1 aprile dalle 18 alle 22 all’Union Fade Store, negozio di vintage clothing in via Morgagni, a Milano, inaugura la mostra fotografica di Federico Sorrentino, che sa davvero raccontare l’America (oltre che la moda)
SHOPPING LIST
Mi dicono dalla regia che l’half moon bag è ufficialmente la borsa di stagione, io ne ho una vecchissima di Oak+Front però, se proprio volessi fare una pazzia, prenderei quella di The Row (Luisaviaroma)
Si parla sempre di più di modelli circolari per lo shopping dedicato ai bambini (Vogue Business) A questo proposito Valeria ha scritto della sua esperienza di shopping di abbigliamento per bambini su Vinted (Gynepraio) Noi di cose per la gravidanza e per dopo ne avevamo parlato a settembre qui (c’è anche una guida veloce su Instagram). Che dite, lo facciamo un aggiornamento sul tema?
SCUOLA E LAVORO
Bottega Veneta cerca un image project manager, GQ France cerca un junior style writer con base a Parigi (cv e portfolio ad acommunier@condenast.fr)
BONUS TRACK. Settimana scorsa ho citato Cecilia Sala come giornalista che sta orientando il suo lavoro da freelance sperimentando formati e toni diversi in un modo - a mio parere - molto efficace. Posso fermarmi anche ad apprezzare la sua professionalità in una situazione ad alto impatto emotivo come è la guerra in Ucraina, dove è stata e tornerà da sola per lavorare al suo podcast prodotto da Chora Media, Stories? Ne ha parlato in una nuova puntata di un altro podcast che vi ho già segnalato, Hacking Creativity. Concludo ricordandovi che Cecilia ha 26 anni, così ♥️
Bene, di cose ce ne siamo dette anche questa settimana, io ho in programma un weekend di real life per riprendermi da tutto questo Metaverso. Però se sto invecchiando ditemelo 🙏🏻
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