#92 Cosa serve ora
Non so se questa cosa del connettere i puntini stia diventando un po’ una fissa, però ecco un’altra di quelle settimane in cui mi sembra che le cose si muovano nella stessa direzione. Questo mio uscire di casa tutto insieme, tutto in una volta - redazione, una serie di incontri dal vivo, viaggi di lavoro, parco giochi, caffè e così via - mi ha portato a pensare molto al “dopo”. E il “dopo”, anche nei racconti delle persone con cui mi confronto, sta assumendo sempre più una forma ripiena di contrasti e di contrapposizioni, collegati tra loro da un filo invisibile ma ben saldo.
Lavorare da soli o insieme? Solo questa settimana abbiamo parlato da una parte della necessità molto condivisa di creare un progetto personale: molti di noi si sono trovati in questi due anni a poter dedicare del tempo a qualcosa che altrimenti sarebbe rimasto sempre accantonato e a confrontarsi con qualcosa che magari è anche cresciuto molto di più rispetto alle aspettative. Pensate ai brand emergenti che si sono fatti conoscere sui social e attraverso il celebrity styling e che all’improvviso hanno dovuto imparare a garantire una produzione, strutturarsi, avere a che fare con la burocrazia. Dall’altra dalla ricerca del confronto che solo lo stare in gruppo può darti. Abbiamo visto che da soli siamo molto più produttivi, ma anche che insieme siamo più stimolati a pensare out of the box. Tutti oggi parlano di smartworking sì, smartworking no: il tema del come e dove lavorare è diventato centrale, determina l’accettazione o meno di una proposta di lavoro e non c’è una regola uguale per tutti.
Comprare in negozio o online? Detto che, almeno tra voi lettori di questa newsletter, si contano sulle dita di una mano quelli che non hanno modificato, anche solo leggermente, il rapporto con i propri vestiti in questi due anni, non significa certo che abbiamo trovato la pace dei sensi (e dell’armadio). È tutto un vendere, recuperare, scambiare, comprare, riciclare e così via. Ma l’aspetto più interessante della conversazione legata al cosa indossare ora mi sembra quello del dove comprare. Incredibilmente siamo pieni di stimoli digitali - così tanti che sembrano piatti, tutti uguali e allo stesso tempo diamo per scontato di poter vedere e trovare tutto. E invece vogliamo più negozi, selezioni di brand e prodotti originali, esperienze dal vivo e in quel caso diventiamo ancora più esigenti, ci aspettiamo un’organizzazione perfetta ed efficace.
Guardare al design o alla comunicazione? Tempo di sfilate Cruise, diventate elemento centrale nella strategia di un brand del lusso, su cui si investono i grandi budget e le grandi idee. Solo negli ultimi giorni hanno sfilato Chanel, Louis Vuitton, e Gucci, mentre domenica toccherà a Balenciaga - e poi Dior e Max Mara. È bizzarro perché storicamente le collezioni Cruise (o Resort o come le vogliamo chiamare, tanto non hanno più nessuna connessione con la stagione effettiva in quanto, hello, i brand sono globali e nel mondo ci sono un sacco di climi differenti) sono sempre state quelle più commerciali. Ed effettivamente i vestiti che stiamo vedendo nelle passerelle sono più portabili del solito, mentre la creatività si sprigiona veramente nell’insieme. È qui che lo stilista diventa più direttore creativo che designer, ma questa è un’altra storia e prima o poi ci torneremo. La riflessione resta sulla perdita di rilevanza delle forme effettive delle cose, anche quando quelle cose sono effettivamente diverse dalle precedenti.
Potrei andare avanti così, ma lasciamoci la possibilità di far decantare questi dubbi, senza troppe sovrapposizioni. La moda si trova a un punto di svolta, un incrocio di quelli con tantissime frecce e percorsi che partono e si biforcano e poi in alcuni casi si incontrano di nuovo. Non c’è una strada buona per tutti - c’è solo da rimboccarsi la maniche e provare.
INFO DI SERVIZIO. Ci vediamo se vi va lunedì 23 maggio a Casa Flash Art (via Durini 24, Milano): insieme a un folto numero di persone converserò attorno a Le Forme della Moda, la riedizione, anzi, la riscrittura, di Maria Luisa Frisa. Per partecipare rsvp@flashartonline.com
PEZZI BELLI DELLA SETTIMANA
«To a certain extent it’s just a fancy way of explaining what fashion does all the time: think into the future, to help evolve the past», ma quanto voglio bene a VF? Tratto dalla sua review di Cosmogonie, la collezione di Gucci che ha sfilato a Castel del Monte (NYT)
Cos’hanno a che fare i look di Mahmood e Blanco con il queer baiting? (Vogue)
In caso mercoledì vi foste persi la prima puntata, il suono della moda (Pitch Perfect)
Renzo Rosso ha dichiarato di essere pronto a nuove acquisizioni (BoF + ripassone sul tema dei gruppi del lusso in Italia su Rivista Studio)
MODA DA GUARDARE, LEGGERE E ASCOLTARE
Fino al 29 maggio a OGR Torino c’è Hermès in the making, una mostra interattiva per conoscere l’artigianato e il lusso più da vicino
Mi chiedete sempre chi seguire su Instagram per ispirazioni moda e dintorni, @rickdick___
Chloë, grazie di esistere sempre tu, anche in versione sposa in Jean Paul Gaultier by Glenn Martens 👰🏼♀️
SHOPPING LIST
Fino al 3 giugno la collezione Paula’s Ibiza di LOEWE arriva in Italia con una serie di pop up store: Rinascente a Milano, Tessabit a Como, Cuccuini a Forte dei Marmi e Cuccuini a Porto Cervo
Tra tutti i brand sostenibili da cui ho comprato negli ultimi due anni uno di quelli che mi ha dato più soddisfazione è Festa Foresta, le camicie sono perfette
SCUOLA E LAVORO
Una micro selezione di stage: Stella McCartney cerca un pr assistant, Farfetch un graphic design, Prada un inserimento nell’area legal e YOOX in quella digital media. Anche Cormio cerca per uno stage come commercial and sales assistant, italiano e inglese, candidature a jobs@cormio.com
SUNNEI offre una borsa di studio NABA a copertura totale e due anni di mentorship per studenti di fashion design, qui le info per candidarsi
Eccoci arrivati e grazie come sempre di essere arrivati fin qui! Buona settimana 🦦
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