#80 Che aria tira a NY?
Vi faccio entrare per un secondo nella mia testa, anzi, nella mia agenda, visto che ho la memoria di un pesce rosso. Fashion month: tre settimane su quattro le vedo in digitale, per queste decido di selezionare uno show al giorno da segnalare su Instagram e poi prevedo un approfondimento ulteriore su New York nella newsletter. Per Londra non ci sono i tempi tecnici: le sfilate sono dal venerdì (ieri) al lunedì, ma sabato prossimo senz’altro lo dedichiamo a Milano, che inizia mercoledì. Dunque Londra, mi spiace, solo su Instagram, con la promessa che a settembre proviamo a vederla dal vivo. Mentre preparo questi contenuti prendo appunti su possibili tagli extra, ma preparo anche le cose per i cartacei del prossimo mese, Bloc-notes su Vogue e il nuovo Rivista Studio. Poi arriva Milano, e qui le cose si complicano. Vado in giro e vi faccio vedere tutto (ma non lo fanno già tanti altri)? Forse è meglio che mi concentri per poi andare sicura sulla scrittura. Oppure volete un assaggio live delle cose che vedo? Non so, mi prendo ancora qualche giorno per pensarci. Intanto ci sono le review (le troverete su Vogue.it) e qualche progetto speciale in arrivo da portare avanti. Ma arriviamo a lunedì 28, giorno in cui generalmente chi lavora nella moda è decisamente cotto. Ecco, invece, inizia Parigi. Ricominciamo con il metodo Instagram + newsletter; peccato che Parigi vada da lunedì al mercoledì della settimana dopo, quindi forse il sabato in mezzo ci prendiamo una pausa e parliamo d’altro, poi facciamo un riassuntone di stagione per cercare di non dimenticare tutto un secondo dopo la fine degli streaming. Facile, vero? Noi ci proviamo, poi se ci perdiamo qualche pezzo direi che va anche bene così, anche perché mi sto impegnando ad ammorbidire la mia anima multitasking e gran parte della mia giornata è presa su altri fronti 🧡 Tutto questo per dire che potrei essere un po’ lenta con le risposte ai messaggi e alle mail, ma ci abbiamo dato dentro durante la settimana e WOW, grazie davvero per la partecipazione, è stato bellissimo. Rimandiamo anche di una settimana la newsletter sullo shopping prevista per mercoledì - ok, lo ammetto, sono ancora molto impreparata sulla PE2022.
Eccoci, New York. Partiamo dalle cose che ci siamo già detti su IG (ho salvato tutto nelle storie in evidenza).
Tutti vogliono essere Phoebe. Ok, non proprio tutti. Però guardate Khaite, Peter Do e Proenza Schouler e poi ditemi che non è così. Non è un male, anzi. Sono tutti designer che vanno alla ricerca del bello all’interno della funzionalità e che creano per le donne, esattamente come Phoebe. E sono tutti designer che hanno chiaramente subito un’influenza dell’ex direttrice creativa di Céline (se volete recuperare su di lei, ecco qui), così com’era per Daniel Lee da Bottega Veneta.
Ma non c’è solo questo. Anzi, ci sono molte cose diverse. E forse è un problema. Quasi ogni review della settimana passa attraverso la domanda “questa collezione è newyorkese?”, tanto che mi sono chiesta se sia mai possibile che la NYFW debba ancora parlare solo dei newyorkesi. E tutto il resto degli Stati Uniti? Infatti non è così: da Collina Strada c’è Los Angeles (e una parodia di The Hills, chi se lo ricorda!?), da Elena Velez il Mid West. Leggendo in giro cose molto americane (prevalentemente tweet tra di loro di cui capisco metà dei riferimenti, per questo non ve li linko) si sente molto l’esigenza di una narrazione diversa dalla solita newyorkese. Penso quindi che possiamo considerarla una tendenza e poi vedremo se la prossima stagione lo confermerà.
L’unico vero boss. Ve lo dico così, senza fronzoli, io ho una grande passione per Michael Kors. Proprio per lui, lo trovo simpaticissimo e intelligente (vi ricorderei che poco tempo fa si è comprato Versace e aveva già anche Jimmy Choo), amavo il suo Céline (sì, c’era lui prima di Phoebe!) e trovo che il suo marchio sia centratissimo, nel prodotto, nelle seconde linee, nell’immagine e anche nelle operazioni di comunicazione - magari un giorno facciamo un approfondimento.
Al di là di questo, mentre Tom Ford (presidente del CFDA!!), Marc Jacobs (fa sempre quello che vuole lui, e infatti eccolo qui), Tommy Hilfiger (non pervenuto) erano tutti assenti dalla NYFW, lui ha fatto l’unico grande evento della settimana (al Terminal 5, quartiere Hell’s Kitchen) con super ospiti, celebrities, grandi sorrisi e voglia di ricominciare. Ma soprattutto ha portato in prima fila il sindaco di New York, Eric Adams, insieme ad Anna Wintour, of course. Adams aveva appena annunciato un piano per creare 460 nuovi posti di lavoro nel settore manifatturiero a New York, mentre la governatrice Kathy Hochul ha annunciato un programma di sovvenzioni da 500.000 dollari per supportare i designer indipendenti nell’organizzazione delle loro sfilate, in collaborazione con IMG. E insomma, menomale che Michael a fare un po’ di pr.
PEZZI BELLI DELLA SETTIMANA
Così, a naso, marzo mi sembra un mese bomba per i giornali. Dunque, attenzione perché Samira Nasr sta mettendo il turbo al suo giornale. In copertina ci sono Serena e Venus Williams, ma soprattutto ha chiamato Rachel Tashjian, ex di GQ, per il ruolo di fashion news director. E già arrivano i pezzoni: The Body Politc (Harper’s Bazaar)
Anche Lindsay Peoples-Wagner non scherza, ma questo già lo sapevamo. Vai di Euphoria (The Cut)
Infine, immancabile, Naomi, immensa (British Vogue)
Per non parlare dell’Hollywood Issue con Nicole Kidman in Miu Miu, styling di the one and only Katie Grand (Vanity Fair + la newsletter su Katie)
MODA DA GUARDARE, LEGGERE E ASCOLTARE
C’è anche un italiano tra i semifinalisti del LVMH Prize, Niccolò Pasqualetti
Bottega Veneta sta per tornare, intanto supporta il ritorno di BUTT Magazine e noi vogliamo sempre bene ai brand che vogliono bene all’editoria
Ma recuperiamo un po’ di Haute Le Mode che commenta i look delle celeb 👇🏻
Zendaya x Valentino 💘 (e c’è anche Law Roach!!)
SHOPPING LIST
l-2105 è un e-commerce curatissimo (creato da una lettrice) che dà voce all’artigianato femminile
Dal 25 al 27, 24h su 24, arriva Jacquemus a Milano - la location è ancora segreta. Oggi, invece, apre il nuovo flagship store di A|X Armani Exchange. Ve l’avevo detto che il retail milanese sta cambiando! Torneremo presto sull’argomento
SCUOLA E LAVORO
Torna Front Row, la due giorni di talk organizzata da Istituto Marangoni (l’anno scorso c’ero anche io!)
Living - Corriere della Sera cerca un Content Manager (mandare cv a stefania.penzo@rcs.it), Bottega Veneta cerca un Communication Manager e se non lo mandate voi lo mando io
BONUS TRACK. “Questa cosa con cui abbiamo riempito almeno 8-10 ore della giornata, cinque giorni alla settimana, per anni e decenni, cene di famiglia perse... era solo un lavoro impegnativo?”, è la domanda che si pone Noreen Malone, riflettendo sul divario che si è creato tra lavori essenziali e non all’inizio della pandemia, sul rapporto altamente emotivo che abbiamo oggi con il lavoro e sul fatto che, nonostante tutto, noi siamo quelli fortunati della storia. (New York Times Magazine)
Finito per oggi, se volete ci sentiamo su Instagram. Altrimenti a sabato prossimo 💌
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