#58 Jacquemus, fuori tempo
Forse vi sarete accorti che il mese di giugno è stato parecchio trafficato, e non solo per le classiche fashion week maschili di Londra (quasi inesistente), Milano, Parigi e Pitti a Firenze. Si sono visti un paio di ritardatari dell’autunno/inverno, ma anche le sfilate resort 2022. Quindi cosa abbiamo visto e perché l’abbiamo visto ora? Schemino delle tempistiche tradizionali con cui i grandi brand mostrano le loro collezioni, seguitemi:
nella prima metà di gennaio presentano le collezioni maschili main autunno/inverno che arrivano nei negozi tra agosto e settembre, dopo i saldi della stagione precedente. A volte in queste sfilate ci trovate anche dei look femminili, sono quelli delle pre-fall
nella seconda metà di gennaio presentano le collezioni haute couture primavera/estate che sono prodotte su ordinazione nei mesi successivi
tra la seconda metà di febbraio e la prima settimana di marzo presentano le collezioni femminili main autunno/inverno che arrivano nei negozi tra agosto e settembre, dopo i saldi della stagione precedente. A volte ci trovate anche dei look maschili, sono quelli delle main uomo autunno/inverno
tra maggio e giugno presentano le collezioni cruise (anche dette resort o pre-spring) maschili e femminili che arrivano nei negozi tra novembre e dicembre, prima dei saldi della stagione precedente
a giugno presentano le collezioni maschili main primavera/estate che arrivano nei negozi a febbraio, dopo i saldi della stagione precedente. A volte in queste sfilate ci trovate anche dei look femminili, sono quelli delle resort (o cruise o pre-spring)
a luglio presentano le collezione haute couture autunno/inverno che sono prodotte su ordinazione nei mesi successivi
a settembre presentano le collezioni femminili main primavera/estate che arrivano nei negozi tra a febbraio, dopo i saldi della stagione precedente. A volte ci trovate anche dei look maschili, sono quelli delle main uomo primavera/estate
tra novembre e dicembre presentano le collezioni pre-fall maschili e femminili che arrivano nei negozi tra giugno e luglio, prima dei saldi della stagione precedente
Alcuni grossi brand suddividono ulteriormente le loro collezioni femminili in tre parti, invece che in due, e le chiamano pre, main e show. Generalmente le collezioni che sfilano sono le main (autunno/inverno e primavera/estate) e quelle haute couture, ma negli ultimi anni una buona parte dei grandi brand sfila anche con le resort. Le pre-fall sono un po’ più sfigate, ma ogni tanto i brand hanno fatto sfilare anche quelle. Lo so, pensate sempre a me che ve l’ho spiegato 😅
Ora questo schemino lo prendiamo e lo buttiamo. Scherzo, però conoscere le consuete tempistiche della moda ci serve per ripartire da una nuova sicurezza: dopo l’inizio della pandemia, molto più di prima, ognuno fa come gli pare. A tal proposito questa settimana ho fatto una bellissima chiacchierata con una persona che di sfilate ne sa a pacchi ed è stato illuminante, perché mi ha fatto riflettere su quello che sta succedendo da un punto di vista molto più lungo del mio. E il punto è questo: le tempistiche della moda sono un problema dall’alba dei tempi. Lo erano già prima dei social, quando si sfilava (e quindi si faceva comunicazione) con la collezione main, che però in realtà non è “main” perché sono già vent’anni che un brand fa il 70/75% del proprio budget con la collezione “pre”, e solo il resto con la main. Poi ci sono stati i social, appunto, le dirette streaming, il see-now-buy-now, eccetera. E poi ancora il COVID-19, il lockdown, le restrizioni.
Il vero problema da tenere in testa quando si cerca il bandolo di questa matassa è che l’intero sistema (fashion week, eventi singoli dei brand, fashion film, lookbook) non è stato concepito così com’è per essere fruito dal consumatore, ma come strumento per gli addetti ai lavori. Nello specifico per la stampa, giornalisti e stylist, che hanno poi il compito di raccontare la moda della stagione tramite i loro canali, online e offline, e per i buyer che comprano le collezioni da rivendere nei loro negozi. Tutto a tempo debito, e quindi sei mesi dopo. Sounds old, eh? Sì, perché oggi le sfilate le guardano anche i non addetti ai lavori, consumandole online nel giro di qualche minuto, 12 di diretta streaming e qualche decina di post e stories subito dopo, poi repostati e fatti repostare il più possibile finché la fiamma non si spegne, sicuramente entro la fine del giorno dopo. Così fanno le testate, raccontandole in diretta sui loro canali digitali. Ma sulle versioni cartacee e e nei negozi le collezioni comunque continuano ad arrivare sei mesi dopo, almeno fino a qui e salvo qualche tentativo per cambiare le cose (con scarsi risultati). Questo perché la “nuova moda” deve avere il tempo per essere ricreata, stagione dopo stagione: i vestiti vanno visti, raccontati tramite interviste e review dai giornalisti, scattati nei servizi fotografici dagli stylist, comprati dai buyer e poi fatti produrre. Tutto questo tra la sfilata e e il momento in cui vanno in vendita. Insomma, quei tempi “tecnici” non sono cambiati.
Ma possono cambiare? Bella domanda, a cui ovviamente non si può dare una sola risposta. Perché la moda non è un’entità unica, anzi, è formata da una costellazione di individui, brand, gruppi societari che non hanno obblighi nel prendere le stesse decisioni (e infatti ognuno fa sempre un po’ come gli pare). Comunque, questa settimana Simon Porte Jacquemus, classe 1990, ha risposto che sì, certo che possono cambiare.
Jacquemus non aveva sfilato a febbraio scorso con l’autunno inverno 2021/2022. Mancavano solo lui e Marc Jacobs. Marc però non sfilava da febbraio 2020 e aveva parlato più volte della difficoltà di affrontare un processo creativo in pandemia quindi, quando poi ha annunciato il suo ritorno, è risultato tutto coerente: la vita riparte e riparte anche Marc. Jacquemus, invece, aveva sfilato dopo il primo lockdown - nel campo di grano, a luglio 2020, con la primavera estate 2021 - e un po’ ci si chiedeva che fine avesse fatto. Ha sfilato mercoledì a Parigi (ok, sulla location avevo aspettative più poetiche), appunto, con la collezione autunno inverno 2021/2022.
Collezione che però non arriverà in vendita a settembre come è consuetudine perché lo è già da giovedì scorso, quindi dal giorno dopo della sfilata. Ha fatto una specie di crasi tra i tempi degli addetti ai lavori e quelli del consumatore, con la campagna vendita organizzata in gran segreto mesi fa (i buyer hanno firmato un accordo di non divulgazione) e la stampa che ora fa giusto in tempo a includerla nei numeri dedicati. In tutto questo ha eliminato le pre-collezioni, mandando in vendita ora un’unica collezione. Chiamatela come volete, main, pre, resort, ma questa è.
Lo seguiranno tutti? Certo che no. È l’unico modo per rendere più efficace un sistema che per come è strutturato oggi porta un gran mal di testa e poca efficacia? Non credo, ma è qualcosa. Certo, ci vorrà del tempo per scoprire se alla fine la maggior parte dei brand avrà provato ad adattare un sistema concepito in un’altra epoca oppure no. Noi siamo qui apposta a osservare.
Un’altra cosa al volo sempre su Jacquemus: come altre volte ha messo insieme un casting fuori dagli schemi (con i casting director Giulia Massullo, Piergiorgio Del Moro, Samuel Ellis Scheinman). Segnalo Alessandra Caporaso, Devyn Garcia e Yumi Nu oltre alla già famosissima Jill Kortleve. Le cose possono cambiare? Certo che sì.
PEZZI BELLI DELLA SETTIMANA
Hearst Italia ha concluso il piano di ristrutturazione (Pambianco), mentre Anna Wintour è arrivata a Milano, non solo per pranzare con Donatella ma per portare a termine la riorganizzazione di Condé Nast Italia. Ne riparleremo
Marco Gobetti è uno dei manager più conosciuti del settore: ex Céline con Phoebe Philo, da cinque anni CEO di Burberry e responsabile della scelta di Riccardo Tisci come direttore creativo. Questa settimana ha annunciato che lascerà Burberry entro la fine dell’anno per guidare Salvatore Ferragamo (BoF)
Il fatto che ogni marchio si faccia le proprie taglie, generando un numero assurdo di resi per lo shopping online non è solo la dimostrazione del più grande difetto della moda, quello di non riuscire a fare sistema. È anche il motivo scatenante di un’enorme quantità di scarti: spesso, infatti, è più facile buttare i capi restituiti, piuttosto che rigenerarli (Dazed)
Il mercato dei costumi da bagno sta diventando piuttosto affollato, se ve ne siete accorti. Si prevede che raggiungerà i 25 miliardi di dollari nel 2025 (erano 16 nel 2020) (Glossy)
Pare che basta anelli di fidanzamento, è il momento degli orologi (Hypebae)
MODA DA SFOGLIARE, VEDERE, ASCOLTARE
Per quanto la New York Fashion Week sia in crisi da una cosa non si scappa: gli americani racconteranno sempre l’America. Marc Jacobs è tornato a sfilare dopo 18 mesi ed ecco le review dei boss d’oltreoceano: Vanessa Friedman del New York Times, Matthew Schneier di The Cut, Nicole Phelps di Vogue US, Chantal Fernandez di BoF
Settimana fitta di presentazioni digitali anche per le resort 2022, ve le ho messe in una guida
Fate ciao alla campagna più bella dell’autunno/inverno (ok, tante devono ancora uscire, però 👋🏻⬇️)
Nella valle di lacrime che circonda i giornali di moda io ve l’avevo detto che British Vogue era da tenere d’occhio. L’intervista alla publisher Vanessa Kingori nel podcast di BoF è imperdibile per capire come la testata abbia affrontato certi cambiamenti con risultati nettamente superiori rispetto a quelli dei suoi competitor
Martedì 6 luglio alle 21 in Triennale Milano ci sono la regista Alina Marazzi, la direttrice creativa di Dior Maria Grazia Chiuri e la critica e curatrice Maria Luisa Frisa. Tema “Moda e cinema: ieri, oggi e domani”
Ho scoperto un account su Instagram che mi sta dando delle gioie, Outpump. Però che non sapevate che Miuccia avesse uno scivolo in ufficio no, eh! Quindi recuperiamo anche l’intervista da cui sono tratte le foto girate in questi giorni (di Jurgen Teller)
SCUOLA E LAVORO
Dolce&Gabbana cerca un fotografo per l’e-commerce, Gucci un new business merchandiser, NSS Factory un community manager
Talkinpills fornisce qualche indirizzo utile per cercare lavoro da remoto
Sul canale YouTube di RCS Academy ci sono una serie di interviste agli addetti ai lavori, dal CEO di Gucci Marco Bizzarri al presidente del gruppo Tod’s Diego Della Valle
MODA DA GUARDARE
Vi siete chiesti perché Kim Kardashian fosse in gita a Roma da sola? Prima i look e poi ci arriviamo.
Il perché lo ha svelato Pierpaolo Piccioli nelle sue stories (scadute, sempre seguire i designer su IG!). Kim Kardashian era a Roma insieme a una manciata di top (Kate Moss, Christy Turlington, Amber Valletta) e c’era anche Kim Jones, tutti per girare il fashion film della collezione haute couture autunno inverno 2021/2022 di Fendi che sarà trasmesso il prossimo 8 luglio (qui il calendario completo). Diversamente da quello che si potrebbe pensare Kim non ha lavorato per molti brand alti, rispetto per esempio alla sorellastra Kendall che è stata testimonial praticamente di tutti o delle Hadid. Stiamo a vedere che ruolo avrà per Fendi, intanto l’inspo-look per la gita al museo ce l’avete.
A sabato prossimo 💫