#40 Fantastiche e più di quattro
A dimostrazione che questa newsletter è un continuo esperimento (sapete quante cose vorrei correggere delle mail già mandate!?\) sei mesi fa avevo usato l'appuntamento della Milano Fashion Week per elencare le mie "fantastiche quattro", cioè quegli show che mi sembravano avessero colto il momento in maniera più efficace, attraverso gli abiti e/o la formula di presentazione. Oggi (anzi, ieri, cioè mentre sto scrivendo) mi sembra impossibile rifare quell'esercizio. Lo abbiamo ripetuto più volte, la pandemia ha avuto infinite conseguenze negative sul settore della moda ma, rendendo le settimane della moda digitali, ha anche fornito una vera opportunità di visibilità a tutti.
Solo un anno fa, infatti, un direttore, un giornalista, uno stylist o un influencer non avrebbe mai avuto il tempo di vedere tutto quello che la MFW aveva da offrire. E il fatto che gli addetti ai lavori non riuscissero a conciliare le proprie occupazioni (non è che quella settimana il giornale non andasse in stampa, o il cliente non fissasse la data di uno shooting) con il momento fondamentale per impostare il lavoro della stagione successiva era abbastanza assurdo, se ci pensate. Il risultato? Semplice, non c'era nemmeno l'occasione per valutare di dare spazio sui media ai nomi che non fossero i soliti nomi, o che non avessero risorse da investire in quell'obiettivo. Così raramente il consumatore/utente vi si imbatteva. Insomma, la sensazione era che spesso ci si trovasse davanti a delle occasioni sprecate.
Certo che ancora oggi verrà comunque data più visibilità alla prima collezione prêt-à-porter di Kim Jones per Fendi o al panel di Prada con i suoi ospiti: i loro nomi non sarebbero così famosi se non valesse la pena parlarne. Però da un'occasione come quella di una fashion week totalmente virtuale (vista comodamente da casa) dobbiamo trarre qualcosa, e dobbiamo farlo prima che tutto cambi di nuovo, soprattutto se scegliamo di abbracciare il tema del fare sistema, del difendere l'italianità, eccetera.
Produrre un contenuto digitale non è probabilmente la scelta giusta per tutti i brand che lo hanno fatto per questa stagione, così come prima organizzare una sfilata non era la scelta giusta per tutti quelli che decidevano di farlo lo stesso. Ma questo cambio temporaneo di mezzi ha costretto le aziende ad affrontare un processo creativo diverso dal solito. Raccontare una collezione con un video invece che con uno show, infatti, richiede abilità, idee e competenze differenti, ma anche realizzare una sfilata virtuale senza ospiti è un altro discorso rispetto a realizzarne una con un grande pubblico. Sono state tracciate molte strade, alcune resteranno un semplice esperimento, altre avranno un proseguimento.
Dunque oggi qui ho messo un po' di nomi che non fossero i soliti nomi. Ho selezionato un po' di cose che mi sono sembrate interessanti per gli stessi motivi di sei mesi fa, alcune per il prodotto, altre per il modo di raccontarlo, altre ancora per entrambe le cose. Ogni foto/video è cliccabile. Se volete, vi porta all'account Instagram del brand corrispondente: un'occasione per esplorare qualcosa che prima, forse, non avrebbe avuto lo stesso risalto. N.B. I nomi non li ho messi volontariamente, ogni tanto è bello anche farsi guidare solo dal proprio gusto.
By the way, sul sito di iO Donna trovate gli approfondimenti sulle sfilate più importanti: Fendi, Max Mara, Moschino, Prada. E poi gli edit collezione per collezione firmati da Marti e Stella: look, borse, scarpe e gioielli. Ricordate anche che la fashion week non è finita qui, ecco il calendario degli ultimi giorni. Per finire col botto lunedì alle 19 io e Mariella Milani faremo il punto sulla Milano Fashion Week in diretta su Instagram: per me è una bellissima occasione e spero di vedervi in tanti. Anche perché - digitale o no - chi si ferma è perduto: subito dopo si parte con Parigi, fino al 9 marzo, e in mezzo ci sono Golden Globes e Sanremo. Bye for now!
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