#33 Da dove arrivano le tendenze
Nella settimana di pausa dalla newsletter mi ero ripromessa di approfondire TikTok, cercando di capirne meglio i meccanismi e andando oltre le nozioni base intrattenimento/ricerca-della-viralità/sfide. Alla fine ho impiegato il tempo aggiungendo Game of Thrones ai miei rewatch, e capirete che le giornate sono scivolate via velocemente. Poi però lunedì o martedì sono finita a guardare i post su Instagram con l'hashtag #Polyvore (siamo arrivati a questo) e mi sono resa conto che moltissimi riportavano un altro hashtag, #DarkAcademia.
Precisamente ci sono arrivata attraverso @myfairesttreasure che è leggermente più brava di me con le composizioni e che su Instagram spiega ai non-TikToker cos'è Dark Academia: qui per esempio costruisce outfit in base alla casata di Hogwarts (sorry Tassorosso non mi ci stava e comunque è inutile)
La mia prima domanda (spero anche la vostra, non fatemi sentire che mi sono persa da sola questa cosa fondamentale) è stata: ma che cos'è Dark Academia?!? Ho scoperto che è una subcultura nata su TikTok già un annetto fa e, tenetevi forte, "ruota attorno alle attività accademiche e all'amore per l'apprendimento guidato dalla nostalgia per le classi pre-pandemiche e da un'estetica derivante dai collegi privati inglesi del XIX secolo e dai college della Ivy League". Non è solo una tendenza moda (tipo, il libro guida è The Secret History di Donna Tartt, nelle playlist ci sono sempre Liszt, Leonard Cohen e Lorde e non ve lo dico nemmeno che gli scacchi sono l'attività preferita) ma ovviamente ha una specie di divisa, o comunque si riconosce in particolari capi d'abbigliamento e accessori. Ci sono i colori giusti (verde foresta, marrone, giallo tenue, burgundy) e i tessuti (tweed, pied-de-poule e velluto a coste) e ci si ispira direttamente a personaggi di serie tv e film: lo stile preppy delle ragazze di Gossip Girl, ma anche i mantelli di Hermione Granger e gli stivaletti di Jo March. Per gli uomini i riferimenti sono Timothée Chalamet, i protagonisti di Peaky Blinders e Sherlock. Su TikTok ci sono gli influencer dedicati tipo @romneyellen, @scorpiosierra e @aclotheshorse, e l'hashtag #DarkAcademia ha 452.9 milioni di contenuti.
Insomma, o me lo ero lasciato sfuggire solo io oppure il concetto stesso di tendenza è cambiato - o meglio, ora nasce in luoghi e modi diversi rispetto a prima. Perché Dark Academia non è la prima tendenza nata lontanissima dalle sfilate. Arriva sempre da TikTok il Cottagecore, tutto prati fioriti e marchi di vestiti con le maniche a sbuffo che hanno realmente visto impennarsi le proprie vendite da quando l'estetica ha preso piede, tipo LoveShackFancy, Olivia Rose The Label e così via. Favorisco video riassunto di TikTok esplicativi sul Cottagecore (ne trovate diversi, anche su Dark Academia) ⬇️
Nel frattempo è successo che domenica sono andata nel solito posto in cui compro le riviste - Rizzoli Libri in Galleria - e ho scoperto che dal 1 gennaio 2021 non vendono più giornali (sic), quindi sono passata alla Mondadori di piazza Duomo per recuperare il mio gioiello stagionale, una copia di Vogue Paris Collections, il supplemento sulle sfilate che acquisto ogni sei mesi dal 2011 (prego, Condé Nast) e che è sempre stato il mio punto di riferimento, prima come studentessa e poi come editor, per scrivere di tendenze. La prima volta che l'ho comprato ero a Londra e la mia prof di styling aveva organizzato un esame parziale con una sfilza di immagini dalle sfilate di cui bisognava riconoscere il nome del brand, il direttore creativo e non so cos'altro. Alla fine è diventato una specie di tic, ogni stagione lo sfoglio così tante volte che forse dovrei brevettarlo come gioco e diventare ricca imponendomi come campionessa mondiale tipo Beth Armon.
Vogue Paris Collection PE2011, a fianco il foglio dove io e Alice ♥️ avevamo segnato il colore della passerella o lo sfondo per riconoscere le collezioni 😂
È un po' una sottiletta, quello della primavera estate 2021. Come sapete il numero di pagine di un giornale dipende dalla sua raccolta pubblicitaria. Mancano tantissimi nomi che hanno fatto cose interessanti, e questo già complica un po' le cose. Poi di quelli che non hanno sfilato ma realizzato video non ci sono foto di dettagli, che sono un po' la cosa più bella di questi numeri e che servono per avere una visione più completa del capo o dell'accessorio per incasellarlo in una tendenza piuttosto che in un'altra. Ma anche se fosse: a cosa serve guardare tutte le collezioni per filo e per segno se poi le tendenze nascono su TikTok? Oppure le due cose coesistono, e le tendenze nascono sia dai movimenti spontanei degli adolescenti che si influenzano l'un l'altro, sia dagli stilisti che grazie alla loro creatività danno vita a mondi diversi ma sempre intrecciati tra loro? Sarà una sfida soprattutto per i trend forecaster - uno dei lavori più belli del settore, ne avevo raccontato un pezzettino qui. E anche per chi le tendenze poi le racconta.
Moda da sapere
Ancora sulle tendenze che partono da TikTok, Vogue Business ha analizzato il funnel che arriva fino a Depop
Le certificazioni sono noiose, ma anche necessarie. Perché sulla comunicazione della sostenibilità al momento c'è il caos, ma un lavoro disciplinato e metodico premierà i marchi sul lungo termine
Sul caso Alexander Wang: Martina ha riassunto quello che sappiamo fino a ora, Silvia ha scritto di come l'idea stessa del designer star sia cambiata, forse tramontata
Se Taylor Lorenz dice che possiamo lavorare dal letto, allora procedo
Moda da leggere, vedere, ascoltare
Questa settimana io e Silvia siamo tornate in diretta: l'appuntamento era dedicato ai nuovi approcci per la produzione e il consumo. Abbiamo parlato di pre-ordine, upcycling, rental e risposto a un po' di domande
Sapete perché c'è un sacco di India nelle collezioni di Gianfranco Ferré?
Così, per aggiungere un po' di hype, un mini documentario sulla collaborazione tra Gucci e The North Face ⬇️
Moda da comprare
Su Mytheresa sono in mega saldo i sandali di Alighieri*, super classici ma arricchiti da una cavigliera in ottone bagnato nell'oro
Per chi si sta approcciando al vintage (ma anche per chi è già scafato) ci sono sempre più negozi, fisici e online, che si distinguono per la curatela, più che per la quantità di capi disponibili. È il caso di Shop The Story: Alessia Algani ha un gusto e una cultura incredibili, che ultimamente mette anche su Instagram con quiz e contenuti sempre più interessanti
Stella ha messo in fila 12 maglioni in cashmere riciclato
La Baguette di Fendi è una delle mie borse preferite di sempre: più di altre si è prestata alla creatività e ai trend del momento, rendendosi iconica ma in continua evoluzione. Il bello - in un momento in cui una it-bag dura il tempo di un sospiro nel vedere il vuoto del proprio portafogli dopo averla acquistata - è che ci sono così tante varianti che si può scegliere in grande libertà senza temere una "scadenza". Tutto questo per dire che c'è un account che le mette in ordine cromatico e che baguette+saldi+secondhand mi pare l'equazione del momento
Moda da studiare (e lavorare)
Vi ricordate che vi avevo segnalato l'annuncio di ricerca di un Global Social Media Manager per Bottega, vero? E avete visto che casino che avete fatto a non applicare?! Io ne metto altri, poi vedete voi: ancora Bottega cerca un WW Retail Controller, Giorgio Armani un Retail Merchandiser Men RTW and Leathergoods, NABA un Area Leader, Sunnei un Sales Manager
Un po' di open day in arrivo: 16 gennaio Domus Academy, 18-22 gennaio Istituto Marangoni, 22 gennaio Polimoda, 1-5 febbraio IED, 4 febbraio NABA, 13 febbraio Accademia Costume e Moda
Con la Brexit andare a studiare a Londra sarà un po' più complicato
@unononbasta è un account nato come reazione alla destinazione del solo 1% del Recovery Fund ai giovani. Qui c'è il position paper e qui la petizione
Moda da guardare
Sarà che ho rivisto Euphoria, sarà che gli ombretti sono tornati così di moda che quasi quasi li uso anche io, ma quanto sono belli i lavori di Greta Agazzi?