A volte mi chiedo se non dovrei raccontare più frequentemente e con maggiori dettagli quanto sia bizzarro il sistema moda, specialmente nei momenti più caldi come le sfilate. Stasera in particolare modo (è venerdì), rientrata da una breve incursione a Pitti (sono andata per intervistare la guest designer, Martine Rose) e dal primo giorno di Milano Fashion Week, penso tra me e me che gli aneddoti, i drammi, le voci e i segreti potrebbero farmi fare molti click. Ma ormai mi conoscete, questa non è la mia storia. Se mi avete vista a qualche evento sapete che tendo a essere molto silenziosa e a osservare, più che a partecipare. Non so dire se sia timidezza, senz’altro però essere protagonista del fashion system richiede una personalità loud, che significa saper farsi vedere e sentire, dare la propria opinione su tutto o quasi e cose così.
Quando penso a John Galliano, a Marc Jacobs, a Tom Ford, anche a Hedi, agli apici delle loro carriere, ecco, me li immagino davvero molto loud. Personalità capaci di catalizzare l’attenzione nel bene e nel male, la cui volontà (e i capricci) dettavano legge. Questo contribuisce naturalmente a renderli meravigliosamente affascinanti ai nostri occhi, con buona pace degli innumerevoli burnout che avranno provocato - siamo naturalmente nel campo delle ipotesi. Immaginatevi un campo molto più ristretto di quello di oggi, e quindi molto più facile da controllare. La propria immagine e quella del proprio brand dovevano dipendere solo da loro e guai a chi provava a remare contro, che si trattasse di stampa o buyer, le uniche due categorie che si interessavano ai vestiti prima che questi arrivassero alla vendita e che, quindi, avevano a che fare con loro.
La generazione contemporanea di direttori creativi è diversa. Raf, Virgil, Alessandro, Demna, Anthony, Pierpaolo, Maria Grazia, Riccardo. Sono certamente personalità dal grande charme, ma, almeno all’apparenza, decisamente più low profile. Non è una questione anagrafica, più una cultura del ruolo differente. È come se, scegliendo loro, le grandi maison del lusso si fossero assicurate un tono diverso, un minore divismo, almeno nella percezione del mondo esterno. E quando Demna si è accostato al più loud del 2022 (Kanye, naturalmente), ecco il patatrac. Eppure qualcosa sta cambiando di nuovo.
Partiamo dalla notizia di Colm Dillane guest direttore creativo di Louis Vuitton. A volte dimentichiamo che Louis Vuitton è il brand del lusso più grande al mondo, credo. Ma è proprio questo il motivo per cui la scelta del successore di Virgil Abloh si sta rivelando non semplice, o almeno non immediata. Possibili successori ce ne sono tanti, ma come si fa a sapere chi è quello giusto? Ed ecco perché il direttore creativo di SuperKids, il cui brand, per quanto indubbiamente interessante, esiste solo dal 2018, è stato annunciato come guest, appunto. Per la serie: facciamo una prova, poi ci pensiamo.
Forse, semplicemente, il ruolo del direttore creativo è troppo grande per quello che c’è in ballo (i ricavi di un’azienda). Pensiamo alla rilevanza che hanno avuto negli ultimi anni i nomi che ho citato prima. È una cosa bellissima che un creativo o una creativa sia capace, insieme al proprio team e a una strategia commerciale incredibile, di spostare tutti quei soldi. Fa ben sperare a chi, come me, ama la moda per la sua capacità di leggere la contemporaneità. Però fa paura, è chiaro. E così l’impressione è che sempre di più, in realtà grandi e piccole, si stia andando verso una dimensione collettiva di questo lavoro grandioso che è quello dello stilista/direttore creativo. “Ci avviamo verso un nuovo capitolo con un collettivo di designer impegnati a lavorare al fianco del brand per condividere talenti e connessioni. Al di là del design delle collezioni, il nostro marchio vuole andare oltre nella sua missione di connettere culture e comunità”, recita il comunicato con cui Lacoste annuncia la dipartita della bravissima Louise Trotter.
“Stiamo cercando di aiutare l’azienda a vivere senza di noi”, ha detto Miuccia Prada in un’intervista doppia con Raf Simons, co-direttore creativo di Prada da quasi tre anni. Cosa c’è di meno divo di quello che sta facendo lei? Naturalmente, la veridicità o meno di questa tendenza molto dipende anche dalla scelta che tutti stiamo aspettando, quella di Gucci, che intanto oggi ha sfilato senza direttore creativo, in quella che è parsa una terra di mezzo. Vedremo quale sarà, invece, la destinazione.
PEZZI BELLI DELLA SETTIMANA
Ricordando Tajana Patiz 😔 (Vogue)
Settimana intensa ai piani alti, da LVMH cambiano i big CEO e Vuitton diventa sempre più grande (BoF)
Dove sono finiti i peacocks di Pitti? (GQ Show Notes)
Feliciona di trovare Vivian Hoorn, content creator di cui vi ho parlato diverse volte, sulla cover di una rivista (The Times Magazine)
MODA DA GUARDARE, LEGGERE E ASCOLTARE
Devo ammettere di nutrire una passione per Miley, non tanto da Hannah Montana (ero fuori tempo), quando da Wrecking Ball. È sempre totalmente imperfetta, sopra le righe, fuori posto e per questo mi piace moltissimo. Posso dire che è anche la migliore testimonial del Saint Laurent di Vaccarello? Sì, più di Zoë, l’ho detto. Questo è il suo nuovo video, un velatissimo messaggio nei confronti dell’ex marito e fidanzato di sempre, che pare anche non averle fatto niente, però lei così (anche se la vendetta musicale di questa settimana è un’altra) 👇🏻
Ancora musica, se tutti mettono l’asticella altissima per il tuo ritorno, tu che fai? La metti ancora più in alto (@badgalriri)
Il giro immenso che finisce in discarica dei nostri resi (Will)
Se siete a Milano non potete non fare un giro a Garage Traversi, nuova casa temporanea di Louis Vuitton dove è esposta la collaborazione con Yayoy Kusama (con installazioni bellissime)
SHOPPING LIST
Bella, bellissima, MARNI X CARTHARTT WIP
Vi dicevo settimana scorsa che mi sono iscritta a qualche newsletter che propone selezioni di shopping con affiliazione, mia preferita Laurel Pantin (bello anche il suo IG!)
SCUOLA E LAVORO
Giorgio Armani cerca un editorial press office specialist, Zegna un junior pr specialist, Valentino uno stagista in branding&entertainment
Se siete in UK potete mandare il vostro pitch a Vogue Business e vincere un internship pagato di quattro mesi in redazione + sei mesi di mentorship con Nicole Phelps, vedete voi (VB)
👋🏻 Sono Federica Salto, ho 32 anni e faccio la giornalista. La moda, il sabato mattina è nata il 2 maggio 2020 e ogni settimana propone tutto quello che vi serve sapere della moda (e anche qualcosa di più). Se non lo hai già fatto e vuoi sostenere il mio lavoro
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I ♥️ Miley, una delle poche che primo è riuscita a sopravvivere la teen fame senza sbroccare e secondo che da adulta rimane senza dubbio una star, interessante e se stessa, I love quando va da Jimmy Fallon mi fa troppo ridere xxx